Il villino Messina Verderame passa alla Regione M5s: «Invece che uffici si crei un museo liberty»

Ha resistito al sacco di Palermo ma non all’incuria. E dopo decenni di abbandono passa alla Regione, che ne vuole trarre degli uffici. È la parabola che si appresta a compiere il villino Messina-Verderame, il gioiello liberty che si trova in via Lo Jacono, esattamente nel tratto che congiunge via Notarbartolo con via Costantino. In uno degli emendamenti alla legge di Stabilità si apprende che il bene «di proprietà della Cassa Artigianale per il Credito alle Imprese Siciliane di Palermo è acquisito al patrimonio della Regione». 

Un destino finora impervio, quello dell’immobile, che è stato progettato da colui che è stato definito “l’allievo integrale di Ernesto Basile”, l’architetto Salvatore Benfratello. Realizzato nel secolo scorso (precisamente nel 1915), l’edificio deve molto proprio allo stile modernista del celebre architetto palermitano. Per diversi anni è stato abitato dalla famiglia Feo Filangeri, per poi essere abbandonato e ceduto successivamente ai carabinieri che lì ne realizzarono una caserma e che in questo modo però la salvarono dalla speculazione edilizia che tra gli anni ’50 e ’60 portò alla distruzione di numerose ville liberty. Successivamente la proprietà è passata a Crias che, dopo un tentativo fallito di ristrutturazione, lasciò perdere la gestione del bene.

Il finale per il villino Messina-Verderame, dopo parecchi anni di abbandono e decadimento, potrebbe dunque essere all’insegna del riscatto. «La norma in esame prevede il passaggio – si legge nell’emendamento – al patrimonio regionale dell’immobile storico in grave stato di abbandono da decenni, affinché possa essere restaurato e destinato ad uffici regionali. Ciò consentirebbe, da un lato di rispondere alle istanze di recupero di un immobile di pregio, dall’altro, in considerazione della notoria carenza di immobili, il risparmio in termini locativi dell’amministrazione regionale, ponendo fine alla situazione che determina l’impossibilità da parte dell’ente proprietario di provvedere al recupero dell’immobile».

Per il M5s, però, si potrebbe fare ancora di meglio. Da tempo i pentastellati si sono occupati della vicenda, come ricorda la consigliera comunale Giulia Argiroffi. «Già l’attivista Danilo Maniscalco aveva posto l’attenzione all’Ars a settembre» dice, per poi rilanciare con un’ulteriore proposta. «Più che diventare sede di uffici regionali ci auguriamo che il villino possa diventare un museo liberty. La famiglia Benfratello, gli eredi dell’architetto che lo progettò, ha un archivio notevole. La Regione lo sta acquistando riconoscendone il pregio, e allora chiediamo che il bene venga ulteriormente valorizzato». 


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Con un emendamento alla legge di stabilità, il bene viene acquisito al patrimonio regionale data«l'impossibilità da parte dell'ente proprietario di provvedere al recupero dell'immobile». La consigliera Giulia Argiroffi chiede che «visto che ne è riconosciuto il pregio, il bene venga ulteriormente valorizzato»

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