Corso Tukory, amianto abbandonato in una villetta «Già ripostiglio dei resti del mercato del quartiere»

«C’è un mal costume diffuso a Palermo, che è quello di depositare materiale pericoloso in diverse zone della città. Si abbandona nelle discariche di sfabbricidi o a volte alla buona dietro ai cassonetti della spazzatura. Questa è la prima volta che ce lo fanno trovare in una villetta con piante e giostrine per bambini». Un episodio davvero eclatante, a sentire Mario Ridulfo, segretario della Cgil Palermo, impegnato in prima persona nel progetto dello sportello No amianto inaugurato poche settimane fa in tutti gli uffici del sindacato. 

È attraverso una segnalazione proprio al neo sportello da parte di alcuni cittadini allarmati che i coordinatori hanno scoperto alcuni tubi di amianto smontati e abbandonati nella villetta Vitocolonna, in corso Tukory, a due passi dal mercato storico di Ballarò e del percorso Unesco. «Abbiamo già ricevuto altre segnalazioni nei giorni scorsi, ma questa è stata proprio lampante – torna a dire il sindacalista -, perché il luogo è molto frequentato: oltre alla villetta lì a pochi passi ci sono il San Saverio e il museo Gemellaro, e a soli 500 metri c’è anche San Giovanni degli Eremiti, è un percorso che i turisti attraversano quotidianamente».

Per non parlare della presenza dei bambini, che di giorno circolano all’interno del piccolo parco in sella alle loro biciclette: «Non rendendosi conto di cosa siano quei tubi, potrebbero anche toccarli, inciampare, romperli. Insomma, sarebbe pericolosissimo qualora si sprigionassero nell’aria le microfibre nocive di questo cemento-amianto», dichiara preoccupato Ridulfo. Un parco che, però, pericolo amianto a parte, di norma non vanta certo pulizia e controllo. «Resta il fatto che la villetta di suo è una tragedia – dice ancora il sindacalista -, non è curata, è un ripostiglio dei resti del mercato di San Saverio e poi non c’è il controllo del territorio, che avrebbe permesso di inviare molto prima questa stessa segnalazione che noi dello sportello abbiamo inoltrato solo oggi».

L’ipotesi è che i responsabili abbiano scaricato il materiale durante la notte, in modo da attirare il meno possibile l’attenzione di una zona di per sé piuttosto fervida e frequentata. «Noi restiamo attivi sul tema, non ci interessano solo salute e sicurezza sul posto di lavoro – spiega ancora -, ma in generale i lavoratori sono innanzitutto cittadini e hanno diritto a luoghi sani». Sono in pochi però a conoscere ancora lo sportello No amianto e ancora di più, secondo Ridulfo, quelli che non sanno a chi rivolgersi in questi casi: «Pensano tutti che sia la Rap a doversene occupare, ma non è così, non ne ha titolo. Spetta all’ufficio Ambiente del Comune, perché ci sono delle convenzioni in ballo con le ditte accreditate e poi c’è un protocollo preciso da seguire e rispettare perché si tratta di materiale pericoloso». 

Attraverso una pagina Facebook creata ad hoc per raggiungere una fetta di utenza sempre più ampia e appositi opuscoli presenti in tutte le sedi palermitane, la Cgil rimane in prima linea nel contrasto a episodi come questo. Con l’obiettivo non solo di sensibilizzare i semplici cittadini, stimolandoli a segnalare, ma anche le associazioni e gli enti pubblici: «Per dare un servizio vero e concreto sul piano della tutela e della salute tutti devono fare la propria parte. Occorre fare rete con più soggetti possibili», ne è convinto Mario Ridulfo. 


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