Anello ferroviario, tre anni di cantieri per viale Lazio  «Restano i disagi, rivogliamo la strada e gli alberi»

Di proroga in proroga. I cantieri di viale Lazio per la realizzazione dell’anello ferroviario continuano a procedere lentamente e con i ritardi che si accumulano, insieme ai disagi agli abitanti e ai commercianti della zona che aumentano in parallelo. Secondo l’ordinanza dirigenziale n°383 del 5 aprile, i cantieri resteranno almeno «sino al 21 aprile 2018, o sino all’ultimazione dei lavori se precedenti tale data, relativa alla cantierizzazione dell’area 8». La terza proroga nel giro di due mesi rischia di far compiere il terzo anno di età ai cantieri di viale Lazio, avviati l’8 maggio del 2015 per realizzare la fermata Libertà della metropolitana alla palermitana, vale a dire il treno con un unico binario che – integrandosi col passante ferroviario – consentirà il prolungamento della linea ferroviaria da Giachery a piazza Castelnuovo, passando dal porto e dal Politeama.

Non va meglio in via Sicilia dove, sempre secondo l’ordinanza n°383, «la chiusura si manterrà fino al 30 aprile 2019». Quanto basta per far sbottare per l’ennesima volta i residenti. «Dubito che anche questa volta ce la faranno a rispettare le scadenze – dice Gabriele Citarrella, presidente del comitato che è nato per monitorare le attività del cantiere -. Vale sia per via Sicilia sia soprattutto per viale Lazio, dove ancora devono essere fatti i collaudi alla consegna dei lavori. Finora la liberazione di viale Lazio di cui il Comune si è vantato è stata di appena dieci metri. E poi anche quando dovessero riaprire la strada, rimangono i disagi che da tre anni stiamo subendo. Vogliamo che almeno la fine dei lavori sia fatta a regola d’arte, che si rifaccia il manto stradale e che vengano piantumati gli alberi che sono stati estirpati per far posto al cantiere».

Nei giorni scorsi il sindaco Leoluca Orlando ha inviato al presidente della Regione e all’assessore regionale alle Infrastrutture una nota con cui ha chiesto l’attivazione dei controlli sulla spesa comunitaria per l’appalto relativo al prolungamento dell’anello ferroviario. Oltre che a ribadire la richiesta di rescissione a Reti Ferroviare Italiane del contratto con Tecnis, la discussa azienda che si sta occupando dei cantieri di gran parte della città – e che da tempo è in amministrazione straordinaria. La nuova sollecitazione di Orlando è stata però nuovamente respinta da RFI, «in quanto non esistevano in passato e non esistono tuttora le condizioni per procedere alla rescissione del contratto con Tecnis». Per Citarrella però si tratterebbe di «un gioco delle parti», anche perché «tra i committenti dell’opera c’è anche il Comune di Palermo, come riportano i cartelli agli ingressi dei cantieri». 

Rimane l’appuntamento con la consegna dei lavori. Dagli uffici comunali trapela fiducia. «Sono ragionevolmente ottimista – dice l’ingegner Marcello Caliri, responsabile del procedimento -. Tecnis doveva consegnare i lavori il 31 marzo ma poi ci hanno informato che per le avverse condizioni meteo di questi mesi non sono riusciti, e hanno chiesto una proroga di tre settimane. I lavori sono in fase avanzata, e la consegna riguarda il ripristino del collegamento tra via Libertà e viale Campania, a senso unico, come già in realtà avveniva prima del cantiere. Successivamente sarà restituita la parte inferiore della zona e si consentirà l’apertura di tutta viale Lazio. Non penso che saranno tempi lontanissimi, ci vorrà qualche mese. Intanto i residenti dal 21 aprile potranno transitare lungo tutta l’arteria».

Anche su questo versante però rimane il pessimismo di chi convive da tre anni con ruspe e trivelle. «Per noi questa proroga è dettata dal fatto che hanno pochi operai e troppi cantieri aperti – dice ancora Citarrella -. Viviamo con l’ansia che alla ditta succeda qualcosa e che si ricominci da capo». Una paura giustificata dal lungo l’elenco dei disagi patiti in questi anni. A partire dalle attività commerciali che hanno dovuto chiudere o che si sono dovute trasferire in un’altra zona. Un triste rosario che il presidente del comitato di via Sicilia elenca con precisione mentre fa il giro del cantiere: «il fioraio all’angolo tra viale Lazio e via Sicilia, il pub Skk, la parruccheria per donne, il ced, l’edicola all’angolo tra via Sicilia e via Brigata Verona, la macelleria Caminita». Chi è rimasto si è arrangiato, ad esempio con cartelli fatti a mano e appesi lungo il cantiere per segnalare il punto esatto della propria attività, che altrimenti risulta nascosta. Pochi poi  i coraggiosi che hanno voluto rischiare di aprire nuovi esercizi commerciali.

E altre contestazioni, come le promesse mancate («gli sgravi fiscali ai commercianti non si sono mai visti») all’assenza di trasparenza («il Comune non risponde manco più alle nostre mail, ai condomini non è arrivata manco una lettera per l’avvio del cantiere»), dalle «case che adesso sono svendute, visto il perdurare dei lavori», alle «ripercussioni sul traffico». Persino lo spazzino della Rap che si occupa della pulizia delle strade «si ferma prima del cantiere, col risultato che queste strade sono delle fogne a cielo aperto».


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