Dopo sei mesi di sospensione delle attività, la famiglia Parrinello ha deciso di avviare la nuova stagione. Col supporto della scena culturale palermitana: c'è chi ha scelto di ridursi il cachet e chi farà a metà con gli incassi. «Coi rapporti che si sono creati l'aspetto economico è veramente all'ultimo posto»
Risorge il teatro Ditirammu, all’insegna della solidarietà «Ce la faremo con le nostre forze, senza soldi pubblici»
Si apprestava a compiere 20 anni all’interno della storica sede di via Torremuzza, nel cuore della Kalsa. Ma sembrava che il compleanno non dovesse aver luogo, dopo la morte improvvisa del fondatore Vito Parrinello. Invece il teatro Ditirammu rinasce, grazie alla solidarietà e all’impegno in primis degli artisti palermitani e più in generale della scena culturale cittadina. E lancia la nuova stagione, che prenderà il via il 28 marzo. Con uno spettacolo che non poteva non essere un cavallo di battaglia della famiglia Parrinello: si tratta di Martorio, che sarà messo in scena dai figli di Vito, Elisa e Giovanni, che da tempo hanno preso le redini del piccolo ma combattivo spazio da 50 posti.
«Dopo la morte di Vito c’era stato un momento di blackout, tanto che per sei mesi i Parrinello hanno scelto di chiudere» racconta Tiziano Di Cara, organizzatore del teatro. Era il 25 settembre del 2017 quando Elisa e Giovanni comunicano in una lettera aperta alla città la scelta di sospendere ogni attività perché «non riusciamo a sostenere i costi del teatro». E se è vero, come conferma Di Cara, che «in questa nuova avventura non ci saranno nuovamente soldi pubblici e ce la faremo con le nostre forze», il supporto al Ditirammu è venuto dal mondo culturale palermitano. E non solo. «Il Massimo e il Biondo ci hanno commissionato piccole produzioni – conferma l’organizzatore -. Dopo la raccolta firme per non far chiudere il teatro, sempre al Biondo lo scorso 28 dicembre si era tenuta una serata che per noi è servita anche da raccolta fondi. E poi pur di far partire la nuova stagione del Ditirammu gli artisti hanno accettato di ridursi il cachet e altri si accontenteranno di dividere l’incasso. Tutto all’insegna della solidarietà, perché in questo caso l’aspetto economico è veramente all’ultimo posto nei rapporti che si sono creati».
Tra i nomi di chi ha scelto di aiutare il Ditirammu ci sono quelli di Ficarra e Picone, Luigi Lo Cascio, Pif, Isabella Ragonese, che hanno promesso di partecipare al cartellone con appuntamenti speciali dal titolo Ora vi cunto. La nuova rassegna si chiama non a caso A piccoli passi e sarà suddivisa in tre capitoli: nel programma ci sono anche Mario Incudine, Petyx e Cutino, Moni Ovadia, Patrizia D’Antona, Maurizio Bologna e tanti altri. D’estate poi musica all’aperto con la band dei Tamuna, nel cosiddetto Baglio di Vito, e da ottobre a dicembre spazio soprattutto ai grandi nomi. Rimane poi, come spiega ancora Di Cara, «la disponibilità del Comune, che è sempre stato prodigo di apprezzamenti per noi, delle aule ai Cantieri Culturali della Zisa per allestire alcuni dei nostri laboratori». Ma, al momento, ancora senza contributi economici: «Ce la faremo da soli e con la solidarietà alla cultura e tra gli attori culturali della città».
Per tutto il 2018 si darà spazio alle produzioni storiche della tradizione popolare siciliana a firma della compagnia del Ditirammu ma anche a tanto teatro contemporaneo di vario genere, da Filippo Luna a Vincenzo Pirrotta, da Moni Ovadia a Emma Dante. Quest’anno infine una grande novità per il Ditirammu, vale a dire il servizio winebar grazie al quale degustare vino e bibite rigorosamente Made in Sicily nonché la possibilità anche di gustare degli aperitivi a tagliere con prodotti siciliani a chilometro zero.