Nervi tesi in consiglio comunale, salta la seduta FI: «Maggioranza confusa», SC: «Si parla del nulla»

Nervi sempre più tesi in Sala delle Lapidi, dove per la quarta volta in pochi giorni è saltata la seduta del consiglio comunale. Questa volta ad accendere la miccia sono state le parole di Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune, intervenuto per contestare l’interruzione della seduta di ieri durante l’intervento della consigliera del M5s Viviana Lo Monaco e appellandosi all’applicazione del regolamento che prevede interventi stringati nel caso di comunicazioni urgenti da parte dei gruppi. Dichiarazioni che hanno creato il caos tra i banchi dell’opposizione e degli stessi cinquestelle, che hanno parlato di atteggiamento censorio. «Con il suo invito alla limitazione dei tempi di intervento dei consiglieri non fa altro che tentare di porre il bavaglio a una minoranza che sta mettendo seriamente in difficoltà l’amministrazione Orlando» dichiara il pentastellato Igor Gelarda.

«Ho chiesto di intervenire subito per un richiamo al regolamento – dice Catania – Ho detto che non è accettabile che il consigliere Tantillo, che ieri presiedeva, chiuda la seduta mentre sta parlando una collega. È un fatto regolamentale ma anche un fatto di rispetto e non è la prima volta che avviene e avviene casualmente quasi sempre mentre parlano le donne. Poi, sono dell’idea che il consiglio comunale debba produrre atti, non per commentare notizie giornalistiche. Ho chiesto dunque al presidente di attenersi rigidamente al regolamento, che prevede che gli interventi per le comunicazione siano di dieci minuti per gruppi. È da quattro giorni che siamo in consiglio, con consiglieri che discutono di tutto, con gruppi della maggioranza che non sono neanche riusciti a parlare». 

E le parole di Catania si contrappongono a quelle di Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia, chiamato in causa per avere presieduto la seduta di ieri. «Sono tra quelli che quel regolamento lo hanno scritto e poi votato – replica il forzista – e la reazione di Catania mi sorprende. Mi sembra ancora una volta il volere soprassedere sul fatto che c’è una maggioranza confusa, con il sindaco Orlando che ha ormai perso il polso della situazione. Ecco, quello che sorprende veramente è l’assenza e il distacco del sindaco». Il riferimento è alle polemiche degli ultimi giorni sui mancati eventi del cartellone di Palermo capitale della Cultura e sulle condizioni del ponte Corleone, per cui sono stati convocati in aula gli assessori Arcuri e Cusumano insieme ai rispettivi uffici. Invito accettato solo dall’assessore alle Infrastrutture, le cui risposte tuttavia non sono state ritenute esaurienti da tutta l’opposizione. 

Su una cosa, tuttavia, maggioranza e opposizione sembrano convenire, l’immobilismo del consiglio e i molti nodi che rimangono ancora sul tappeto. «Il tema non è mettere il bavaglio a qualcuno – continua Catania – ma se da mesi questo consiglio comunale è impantanato su chiacchiere. Ci sono cose importanti all’ordine del giorno, se qualcuno pensa che il consiglio serva per commentare le notizie dei giornali non siamo disponibili. Abbiamo gli statuti delle aziende che vanno applicati con la massima urgenza». E dell’esigenza di approvare gli statuti parla anche Tantillo, che aggiunge altri punti all’elenco delle priorità da esitare: «C’è il Consolidato da votare, che è fondamentale per le partecipate e ci sono anche le risposte da dare alle richieste degli uffici: manca del personale chiave in molti settori, anche la polizia municipale ha fatto richiesta di un implemento della pianta organica e si cerca persino un avvocato del lavoro per il Comune».

Priorità che certo richiedono la massima attenzione, ma che restano ferme ai box. E se da una parte, quella dell’opposizione, c’è chi come il forzista Andrea Mineo, si appella al «senso di responsabilità» della maggioranza, rimarcando che «noi siamo disposti a fare il nostro lavoro con grande impegno se si affrontano i reali problemi della città e le tante cose che rimangono da fare», dall’altra ancora Catania parla di «tentativo costante di impantanare i lavori del consiglio, anche tramite le trasgressioni al regolamento contestate oggi». Intanto a gettare ulteriore benzina sul fuoco c’è anche la mancata presenza in consiglio, ieri, dell’assessore alla Cultura Andrea Cusumano, assente per motivi di salute, mentre secondo quanto asserito dai consiglieri d’opposizione «non ha mancato di presenziare, nelle stesse ore, a un evento al fianco del sindaco». I lavori del consiglio riprenderanno lunedì con un’assemblea dei capigruppo a cui la minoranza, tuttavia, non ha intenzione di prendere parte, con un clima di tensione che al momento sembra non accennare a dissolversi. 


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