L'ultima ordinanza, quella dello scorso novembre, si apriva con un perentorio «ultima proroga», ma il tempo concesso non è stato sufficiente e passata la scadenza, prevista per il 28 febbraio, il cantiere è ancora lì, ma senza un'autorizzazione ufficiale da Palazzo delle Aquile, al momento
Anello ferroviario, scaduta l’autorizzazione Ma Tecnis si riprende un pezzo di via Amari
La proroga numero sette non è – ancora – arrivata, ma Tecnis si è già ripresa una delle parti di recente liberate di via Emerico Amari. È solo l’ultimo, in ordine temporale, dei capitoli della vicenda dell’area 4 del cantiere per l’anello ferroviario, quello che chiude l’arteria viaria del centro cittadino tra via Francesco Crispi e via Principe di Scordia. L’accordo tra l’azienda catanese e il Comune per la concessione dell’area, che come ricorda il rappresentante dell’associazione Amari Cantieri, Francesco Raffa, è chiusa ormai da 1316 giorni, è scaduto ieri e malgrado la richiesta di Tecnis ancora non si trova traccia tra le carte comunali dell’autorizzazione a prolungare i tempi dei lavori, che sembravano avviati verso una pronta consegna entro la fine di marzo.
E dire che quella dello scorso novembre, la numero sei, avrebbe dovuto essere l’ultima proroga, come si leggeva nella stessa ordinanza partorita da Palazzo delle Aquile e che autorizzava il protrarsi dei lavori fino al 28 febbraio. Ieri. «Oggi, primo marzo, siamo senza alcuna proroga – dice Raffa – e oggi possiamo dire che Tecnis sta occupando in maniera arbitraria l’area 4 perché, secondo l’ordinanza del Comune questo tratto di via in questo momento dovrebbe essere fruibile in maniera pedonale».
Scampoli di luce nella vicenda si erano intravisti all’inizio del mese scorso, quando Tecnis aveva restituito trenta metri di strada, un piccolo acconto in vista dell’imminente conclusione della prima fase dei lavori. Trenta metri che adesso però si sono ridotti a 15, per il ritorno delle transenne sulla parte dell’area. «Per esigenze di cantiere hanno rioccupato la metà di quei trenta metri restituiti a febbraio – conclude il rappresentante dei residenti e dei commercianti della zona – L’area è recintata con delle transenne aperte e hanno spostato di alcuni metri la palizzata anti rumore. Sono sottigliezze, ma queto è indice di come si possa operare a Palermo sull’onda del libero arbitrio, senza le giuste autorizzazioni». MeridioNews ha tentato di contattare il Comune per una replica, ma al momento senza esito.