Avrebbe dovuto svolgersi questa mattina a Roma di fronte al Consiglio superiore della magistratura l’ultima udienza del procedimento disciplinare a carico di Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo attualmente sotto processo a Caltanissetta per corruzione e abuso d’ufficio. Tutto rinviato a data nuova. Anche questa volta il motivo è l’assenza della magistrata, come alla scorsa udienza, per motivi di salute. Sarebbe affetta da una patologia che le impedirebbe di viaggiare, come specificato anche nel certificato medico fatto arrivare ai giudici. 

Ma il Csm stavolta non ci sta e nomina un perito: adesso il dottore Valerio De Stefano, primario di ematologia del Gemelli, dovrà verificare se effettivamente la malattia dichiarata dall’ex giudice rappresenti davvero un legittimo impedimento a spostarsi fino a Roma. Soprattutto alla luce della visita medica disposta dallo stesso Csm due settimane fa, con cui aveva appurato che non ci fosse nessun impedimento assoluto. Saguto deve rispondere di una presunta gestione disinvolta dei beni confiscati alla mafia e di assegnazioni ad hoc a una cerchia ristretta di amministratori giudiziari, dalla quale avrebbe ottenuto ingiusti vantaggi per sé e i suoi familiari. Accusa che le è valsa la richiesta di pena massima: la rimozione dall’ordine giudiziario. 

Nel caso in cui venisse accertato che l’ex giudice non possa effettivamente spostarsi, il procuratore generale Mario Fresa ha proposto alla Sezione disciplinare due opzioni: disporre la videoconferenza per la prossima udienza o in alternativa celebrare il giudizio a Palermo. Al procedimento a carico di Saguto ne sono legati altri quattro che riguardano magistrati coinvolti a vario titolo nella vicenda. Anche uno di loro, Guglielmo Muntoni, presidente di sezione al tribunale di Roma, non si è presentato e ha mandato un certificato medico.