Italcementi, concessione cava in scadenza «A rischio 250 operai, Regione dia proroga»

«La concessione per lo sfruttamento della cava di Isola delle Femmine scade tra poco più di un mese. Da un anno si lavora per farla rinnovare e sarebbe paradossale vederla fallire, con la chiusura dell’unico stabilimento siciliano su cui l’Heidelberg, dopo l’acquisizione del gruppo italiano, ha deciso di investire. Ci aspettiamo che la Regione conceda una proroga». A lanciare l’appello sul futuro dello stabilimento palermitano è il segretario della Filca Cisl Palermo Trapani Paolo D’Anca. I sindacati, infatti, temono per circa 250 operai, tra azienda e indotto, alcuni dei quali ancora in cassa integrazione, nonostante dopo l’acquisizione da parte del colosso tedesco Heidelberg, la società abbia fornito ampie rassicurazioni sul futuro dell’impianto. Tra gli interrogativi ancora da sciogliere, preoccupa soprattutto quello legato al rinnovo della concessione per l’estrazione dalla cava calcarea di Pian dell’Aia, che scadrà il 22 marzo prossimo.

Non si tratta di un caso isolato: la crisi che ha colpito il comparto nel Paese ha radici lontane, con effetti non indifferenti sui livelli produttivi. Le paure riguardano un po’ tutta Italia: in meno di dieci anni, per la precisione dal 2008 al 2016, si è passati da 47 milioni di tonnellate di produzione a 19 milioni mentre, in Sicilia, la produzione di cemento si è ridotta da 3,9 a 1,3 tonnellate. E, soprattutto nell’Isola, gli effetti non hanno tardato a farsi sentire. Dopo l’acquisizione, i tedeschi hanno smantellato il sito di Porto Empedocle assicurando nel frattempo il rilancio di quello palermitano. Ma la mancata concessione sarebbe un colpo mortale per il sito. Intanto la protesta, preannunciata nei giorni scorsi e prevista per oggi, è saltata perché improvvisamente è arrivata la conferma di una convocazione all’assessorato regionale Energia e ambiente per domani alle 15. 

La speranza per le organizzazioni dei lavoratori e che si possa una volta per tutte fare chiarezza sulla tempistica. «L’iter per il rinnovo della richiesta di estrazione è stato avviato all’incirca un anno e mezzo fa dopo l’acquisizione del gruppo tedesco – piega Ignazio Baudo segretario Feneal Uil – Da allora, durante la gestione del precedente governo regionale, i vari assessorati competenti si sono rimpallati l’onere per concedere l’autorizzazione nonostante formalmente non ci sia alcun ostacolo. Ci aspettiamo che l’assessorato risolva la questione una volta per tutte. Senza autorizzazione si fermerebbe l’attività estrattiva. Speriamo venerdì di chiudere la questione – ha aggiunto – e tranquillizzare le famiglie».

A fargli eco, è ancora D’Anca: «Per oggi avevamo proclamato un corteo pubblico – ha proseguito – al suo posto convocheremo un’assemblea, dalle 9 alle 10, per illustrare ai lavoratori perché è stata revocata la protesta. Una delegazione ci accompagnerà domani in assessorato. Ovviamente non ci aspettiamo che questo Governo risolva la questione in poche settimane dopo i ritardi del precedente, ma che intanto conceda una proroga per proseguire l’attività. Altrimenti – ha aggiunto – sarebbe un disastro, non solo per i lavoratori ma per tutto il polo palermitano».


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