Inquinamento aria, Greenpeace ancora contro Comune  «Sensibilizzazione non basta, necessario agire subito» 

La sensibilizzazione non basta, ci vogliono azioni politiche nette. È questo il senso della risposta con la quale Greenpeace commenta la scelta da parte del Comune di Palermo di affrontare il caso dei problemi di inquinamento atmosferico segnalati dall’associazione ambientalista. Lo scorso 29 gennaio, infatti, gli attivisti di Greenpeace avevano diffuso un report col quale avevano effettuato una serie di monitoraggi dell’aria tra dicembre e gennaio nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Palermo. I controlli, svolti tra le 07 e le 08 e 30 del mattino – dunque all’ingresso degli istituti, nel momento di massimo accesso – avevano rilevato in nove scuole su dieci concentrazioni di biossido di azoto(NO2) spesso ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40 μg/m3, microgrammi per metro cubo). 

A distanza di poco più di un mese la giunta Orlando ha affrontato il tema tramite un incontro svoltosi a Palazzo delle Aquile. Erano presenti il sindaco Leoluca Orlando insieme agli assessori Sergio Marino, Iolanda Riolo e Giovanna Marano e i rappresentanti di Arpa Sicilia, Asp, Facoltà di Ingegneria oltre ai dirigenti dei Servizi Ambiente e del Piano del Traffico, rappresentanti della polizia municipale e di Amap, Rap e Amg.

Sono stati preliminarmente presi in esame i dati registrati dalle centraline cittadine, che mostrano come nel 2017 si siano verificati 24 sforamenti dei limiti di PM10 (il limite di legge è di 35). «Un dato – ha affermato il primo cittadino – che è in linea con le rilevazioni indipendenti circa il traffico, che confermano il miglioramento della situazione cittadina, con i primi effetti visibili dell’entrata in servizio del tram, della ztl e dell’aumento dell’offerta di mobilità dolce e sostenibile». I dati diffusi dal Comune sono stati tratti dalla società Inrix che nei giorni scorsi ha registrato per Palermo, unica grande città italiana ad avere un significativo miglioramento, un passaggio dalla posizione 216 alla posizione 305 fra le città in cui è maggiore la congestione del traffico. Se la polizia municipale ha promesso un incremento dei controlli in prossimità di punti sensibili come le scuole e gli ospedali, per limitare ingorghi e rallentamenti della circolazione dovuti alle cattive condotte degli automobilisti, gli assessori Marano, Riolo e Marino hanno diffuso una risposta comune. Sottolineando «l’opportunità di avviare programmi di sensibilizzazione e stimolo all’uso di mezzi di trasporto dolce per gli studenti, oltre che iniziative per favorire la mobilità a piedi sui percorsi brevi».

Insomma: a breve il Comune non prevede interventi immediati davanti gli istituti segnalati da Greenpeace (la primaria Trieste, l’elementare Turrisi, l’elementare Colozza, la libera scuola Waldorf, la materna Dimensione Bimbo, la materna Matite e Caramelle, l’elementare Grappa, l’elementare Maneri-Ingrassia e l’istituto Rapisardi-Garibaldi). Lo ha ribadito d’altra parte lo stesso Orlando, che ha poi aggiunto che  «certamente è indispensabile che a livello nazionale e regionale si avvii una riflessione sulla limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti, con una politica di incentivi e aiuti per coloro che vorranno dismetterli».

Greenpeace però non ci sta e torna all’attacco, confutando punto per punto le scelte effettuate dall’amministrazione. «L’inquinante che abbiamo monitorato, e rispetto al quale abbiamo chiesto al sindaco Orlando urgenti provvedimenti, non è il PM10 – dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace – ma il biossido di azoto (NO2), un gas tipico delle emissioni dei motori diesel, responsabile in Italia del maggior numero di morti premature in Europa: oltre 17 mila l’anno. Ne abbiamo misurato le concentrazioni nei pressi delle scuole primarie e dell’infanzia perché gli effetti patogeni di quel gas sono maggiori sulla popolazione minorile, come documentato ampiamente dalla letteratura scientifica».

L’organizzazione ambientalista ricorda inoltre che il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene: i suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. Una prolungata esposizione a questo gas può causare attacchi cardiaci, ictus, trombi arteriosi o venosi, innalzamento della pressione. «Chiediamo al sindaco di Palermo Leoluca Orlando – continua Boraschi – di non rimandare la soluzione di questo problema ambientale e sanitario all’avvio, a livello regionale e nazionale, di una “riflessione sulla limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti”. E di non limitarsi a generiche campagne di sensibilizzazione. Chiediamo provvedimenti urgenti e puntuali per tutelare la salute pubblica. Molte città in Europa stanno programmando un percorso di fuoriuscita dalla mobilità alimentata con le fonti fossili, avendo come primo obiettivo di medio termine il phase out dei veicoli diesel. Palermo dovrebbe seguire questo esempio».


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