Democrazia partecipata, i Comuni che non ne fanno uso Flop a Palermo e Siracusa, in chiaroscuro le giunte M5s

Dai 75 centesimi di Petralia Sottana agli oltre 443mila euro di Palermo, da piccole sbavature nella rendicontazione di quanto fatto alla perdita totale delle somme a disposizione. C’è un po’ di tutto nella tabella pubblicata sull’ultima Gazzetta Ufficiale in merito al comportamento dei Comuni siciliani nella gestione delle risorse destinate alla democrazia partecipata. Ovvero la possibilità per i cittadini di proporre e scegliere alcuni progetti da finanziare. 

Gli importi sono regolati da un articolo della legge regionale 9 del 2015, che prevede che le amministrazioni spendano «almeno il 2 per cento delle somme loro trasferite con forme di democrazia partecipata, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune». Un impegno che, se disatteso, prevede la restituzione della relativa quota o peggio l’applicazione di penali nel caso le attestazioni prodotte dalle amministrazioni comunali come giustificativi delle spese non rispondano ai criteri previsti. Su un totale di 340 milioni di euro trasferiti nel 2016, la somma complessiva che i 390 enti locali avrebbero dovuto gestire chiedendo il contributo dei cittadini era di circa sei milioni 800mila euro. Di questi è rimasto nelle casse dei Comuni oltre un milione 834mila euro, pari a circa il 27 per cento. Cifra di cui adesso la Regione chiede la restituzione. 

Tra le amministrazioni interessate ci sono sia grandi città come la già citata Palermo, che non ha usufruito per nulla della possibilità di spendere quasi mezzo milione di euro, o Siracusa, che dovrà restituire 88mila euro, ovvero il cento per cento della quota riservata alla democrazia partecipata. Diversa è invece la situazione di Messina, dove la mancata spesa è di soli 422 euro su oltre 163mila

Il mancato utilizzo contraddistingue amministrazioni di qualsiasi colore politico, compreso il Movimento 5 stelle che fonda la propria filosofia sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: l’amministrazione guidata da Patrizio Cinque ha infatti avuto la possibilità di coinvolgere i residenti per scegliere cosa fare di quasi 33mila euro. Ciò però, stando a quanto sostenuto dal dipartimento regionale alle Autonomie locali, non è avvenuto e dunque l’ente locale dovrà rinunciare alla somma. Questione differente, invece, ad Augusta, dove la giunta guidata dalla sindaca pentastellata Cettina Di Pietro ha speso oltre 25mila euro e dovrà restituirne poco meno di duemila. Difficoltà a spendere il denaro anche a Pietraperzia. Nell’anno successivo all’insediamento del sindaco cinquestelle Antonio Bevilacqua, il Comune non ha usato quasi un terzo delle risorse a disposizione per la democrazia partecipata e dovrà rinunciare a quasi cinquemila euro. 

A Porto Empedocle la sindaca Ida Carmina, insediatasi nel mese di giugno, ha avuto meno tempo di altri colleghi per organizzare il coinvolgimento dei cittadini. Sta di fatto che il Comune dovrà restituire interamente alla Regione il due per cento dei trasferimenti ricevuti che, nel caso del centro dell’Agrigentino, ammontano a 15mila 800 euro. Situazione molto simile a quella del primo cittadino di Grammichele Giuseppe Purpora: nel paese del Catanese, la spesa per la democrazia partecipata è stata appena di 250 euro sui quasi diecimila a disposizione.

Scenari nettamente diversi invece ad Alcamo, dove l’ente locale – guidato da giugno 2016 dal pentastellato Domenico Surdi – ha speso i 35mila euro a disposizione, e a Favara, con Anna Alba – tra i protagonisti della vittoriosa tornata elettorale alle amministrative 2016 per il M5s – che ha destinato alla democrazia partecipata tutte le risorse a disposizione. Tutto ok e anche di più a Ragusa: la giunta Piccitto non solo ha speso la soglia minima del due per cento (61mila euro), ma si è spinta oltre rimpinguando la somma con altri 12mila euro

I Comuni interessati dalla restituzione 

Provincia di Agrigento
Aragona, Bivona, Camastra, Canicattì, Comitini, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Montevago, Naro, Porto Empedocle, Racalmuto, Realmonte, Ribera, San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Sant’Angelo Muxaro, Villafranca Sicula

Provincia di Caltanissetta
Gela, Mazzarino, Mussomeli, Niscemi, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Sutera

Provincia di Catania
Aci Catena, Adrano, Caltagirone, Camporotondo Etneo, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Grammichele, Gravina di Catania, Licodia Eubea, Linguaglossa, Mascalucia, Mazzarrone, Militello in Val di catania, Mineo, Misterbianco, Palagonia, Paternò,Raddusa, Randazzo, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiai, Scordia, Trecastagni, Valverde, Zafferana Etnea

Provincia di Enna
Agira, Pietraperzia, Regalbuto, Valguarnera Caropepe, Villarosa

Provincia di Messina
Acquedolci, Alì, Alì Terme, Antillo, Brolo, Capizzi, Cesarò, Fiumedinisi, Furci Siculo, Giardini Naxos, Gioiosa Marea, Gualtieri Sicaminò, Itala, Messina, Milazzo, Militello Rosmarino, Motta d’Affermo, Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Pagliara, Roccavaldina, Santa Domenica Vittoria, Sant’Agata di Militello, Sant’Alessio Siculo, Scaletta Zanclea, Spadafora, Taormina, Terme Vigliatore, Tortorici

Provincia di Palermo
Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Blufi, Bompietro, Borgetto, Campofelice di Roccella, Camporeale, Capaci, Castelbuono, Casteldaccia, Chiusa Sclafani, Ciminna, Corleone, Giardinello, Godrano, Monreale, Palermo, Partinico, Petralia Sprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Santa Flavia, Sciara, Terrasini, Trabia, Ustica, Valledolmo, Villabate

Provincia di Ragusa
Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Scicli

Provincia di Siracusa
Augusta, Avola, Cassaro, Floridia, Francofonte, Lentini, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Siracusa, Solarino, Sortino 

Provincia di Trapani
Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Erice, Gibellina, Paceco, Partanna, Petrosino, San Vito Lo Capo, Trapani, Valderice, Vita.


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