Di Carlo mette in guardia i rosanero «A La Spezia o lotti o esci con un ko»

Campione d’inverno all’esordio in serie B: l’allenatore del Palermo, Bruno Tedino, ha eguagliato Deschamps (alla guida nel 2006/07 della Juventus travolta dallo scandalo Calciopoli) e Domenico Di Carlo, primo al giro di boa sulla panchina del Mantova nella stagione 2005/06. In tema di amarcord, legato alla stretta attualità, il cinquantatreenne tecnico di Cassino ha i requisiti giusti per analizzare la gara odierna tra lo Spezia, che ha guidato dal 2015 al 2017, e il Palermo, squadra in cui ha giocato alla fine degli anni Ottanta in occasione della rinascita del club dopo la radiazione del 1986 (ottenendo una promozione dalla C2 alla C1) e di cui è stato anche capitano. Come Tedino, anche Di Carlo è curioso di vedere che tipo di risposte darà la capolista alla ripresa del campionato: «Le incognite, in questo caso, valgono per tutti – ha esordito l’ex centrocampista difensivo rosanero ai microfoni di Meridionews – bisogna capire il lavoro che hanno svolto le squadre durante la sosta e quanto hanno caricato. È difficile fare delle valutazioni a priori, vediamo in che condizioni si ripresenteranno».

Memore del trasporto e della passione con cui i tifosi dello Spezia seguono in casa la propria squadra, Di Carlo sa perfettamente che se i rosanero vorranno uscire dal Picco con un risultato positivo dovranno essere reattivi e costantemente sul pezzo: «È una gara molto difficile e anche il pubblico caloroso di La Spezia può fare la sua parte. Si affrontano due ottime squadre, quello di oggi lo considero un vero e proprio big-match. Lo Spezia sta dimostrando di essere in salute e, dal punto di vista ambientale, ha delle caratteristiche che non si trovano da altre parti. Al Picco o lotti per novanta minuti o perdi». Spezia e Palermo hanno chiuso brillantemente il girone di andata e adesso vogliono dare continuità ai loro percorsi con il supporto di qualche nuovo innesto. I liguri si sono rinforzati, ad esempio, con l’attaccante Palladino, ex Juventus e Genoa. I rosa, invece, hanno puntellato l’organico con il difensore italo-belga Fiore e con l’attaccante Moreo: «Per quanto riguarda Palladino, bisogna vedere come sta fisicamente – ha spiegato Di Carlo – a proposito del Palermo, invece, ritengo che Fiore vada aspettato di più rispetto a Moreo che conosce già il campionato di B».

Il dinamismo e la disponibilità al sacrificio dell’ex punta del Venezia potranno essere risorse funzionali alle esigenze di un Palermo che nel girone di andata ha dimostrato di essere una squadra molto competitiva in questa categoria. Merito soprattutto del tecnico Tedino che, superata la fase di rodaggio, ha trovato la giusta quadratura: «Tedino è stato molto bravo a trasmettere al gruppo la consapevolezza di essere una squadra che per imporsi deve necessariamente combattere e a creare un clima positivo in un ambiente reduce da una retrocessione. I giocatori, dal canto loro, hanno avuto il merito di dimostrare ottime qualità mettendole al servizio del collettivo». Per la definitiva consacrazione, tuttavia, i rosanero devono perfezionare ancora qualche dettaglio: «Sicuramente il Palermo può migliorare nella gestione delle partite, ho notato che la squadra va in difficoltà nel momento in cui l’inerzia delle gare si sposta dalla parte degli avversari».

Ma per chi tiferà oggi Mimmo Di Carlo? Il tecnico, che alla guida dello Spezia nella scorsa stagione ha eliminato proprio i rosanero al Barbera al quarto turno eliminatorio di Coppa Italia, non si è sbilanciato. Palermo, in ogni caso, è una cartolina alla quale è molto legato affettivamente. Le amichevoli allo stadio La Favorita contro Atletico Mineiro (gara alla quale hanno assistito 40 mila spettatori) e Ajax nella stagione 1987/88 sono immagini che resteranno scolpite per sempre nella sua mente: «Ricordo tutto degli anni trascorsi a Palermo, città nella quale ho conosciuto gente straordinaria e di cui non posso che parlare bene dato che proprio nel capoluogo siciliano è nata mia figlia. Quanto è triste vedere oggi un Barbera semivuoto? Mi auguro che nel girone di ritorno si possa ricreare quell’entusiasmo che, a Palermo, rappresenta un volano. La presenza di 30 mila tifosi allo stadio è una molla molto importante per questa piazza».


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