Presentate questa mattina le iniziative a supporto delle liste di sinistra dei candidati alla Camera e al Senato: ne fanno parte lavoratori precari, docenti, sindacalisti Cobas e Cgil, attivisti territoriali ed ex dirigenti di RC. «Mentre gli altri partiti hanno difficoltà a raggiungere le quote di genere, noi siamo già oltre» dice Pietro Milazzo
Potere al Popolo, al via raccolta firme per le elezioni «Appuntamento di marzo è soltanto un primo passo»
Hanno organizzato finora tre assemblee, con oltre 200 persone tra lavoratori precari, docenti, sindacalisti Cobas e Cgil, ex dirigenti di Rifondazione Comunista, attivisti territoriali e operatori sociali. Anche a Palermo la lista elettorale di Potere al Popolo, che rappresenta la sinistra di chi si definisce con orgoglio un compagno o una compagna, si getta nell’agone politico. E lo fa presentando oggi l’avvio della raccolta firme, necessarie per la presentazione delle liste delle candidate e dei candidati per Camera e Senato.
«Ne servono 374 per il collegio di Palermo ma noi puntiamo a racimolarne almeno 500» dice il portavoce Angelo Candiloro. Quella che potrebbe essere una beffa del Rosatellum, vale a dire l’obbligo di presentare le firme solamente per le forze politiche che non sono state in Parlamento alla scorsa legislatura (sciolta a dicembre dal presidente Mattarella), per i militanti diventa invece «un punto di forza, ci permetterà di avere interazione con la gente e di farci conoscere e riconoscere» dice Pietro Milazzo, storico attivista delle lotte sociali.
Si parte venerdì con l’appuntamento al bar libreria Garibaldi, per poi proseguire sabato con la raccolta firme all’Arci Porco Rosso e gli stand in centro. L’obiettivo di Potere al Popolo è superare la soglia di sbarramento del 3 per cento per accedere alla ripartizione dei seggi: un risultato che, per un partito nato poco più di due mesi fa e che ammette di essere senza «soldi, leader, apparati organizzativi, contatti con i media» e senza alcuna volontà di allearsi, appare complicato.
Ma «per noi l’appuntamento di marzo è solo un primo passo», dice ancora Milazzo, «siamo un’alternativa al sistema partitico generale. Basti pensare che mentre gli altri partiti hanno difficoltà a raggiungere la quota di genere, noi siamo già oltre, con percentuali di presenza delle donne che vanno al 60 per cento. Veniamo dal basso, non in senso plebeo ma in senso politico».