Bellolampo, differenziare per allungare vita discarica Ma Comuni sul piede di guerra: «Siamo in ginocchio»

Ad allontanare lo spettro dell’emergenza rifiuti che incombe sulla città di Palermo è arrivato sabato scorso il via libera della Regione per l’ampliamento della sesta vasca di Bellolampo, ormai agli sgoccioli. I lavori consentirebbero l’innalzamento della sponda di chiusa della discarica – garantendo una vita maggiore alla vasca attualmente in uso – incrementando la superficie a disposizione per il conferimento. Alcuni, tuttavia, temono possa trattarsi solo di un palliativo: la proroga, infatti, garantirebbe soli altri tre-quattro mesi di autonomia residua: tenuto conto dei tempi di realizzazione della nuova – almeno un anno – sulla carta rimarrebbero 8-9 mesi di incertezza. E, a quel punto, per scongiurare una nuova emergenza, l’unica soluzione potrebbe essere di spedire i rifiuti verso altre discariche, con maggiori costi, però, i singoli comuni.

Ad accendere i riflettori sul sito palermitano, è stato il presidente della Regione Nello Musumeci annunciando, poco prima di Natale, l’intenzione di chiedere l’intervento del governo nazionale e invocando poteri straordinari. Dopo nemmeno un mese, per la precisione sabato scorso, è arrivato il nulla osta per aumentare la capienza del bacino. L’assessorato regionale del Territorio e ambiente, così, ha dato parere favorevole per la valutazione di impatto ambientale. Adesso, per completare l’iter, si aspetta solo il via libera dagli studi geologici: nel punto dove dovrebbe sorgere la nuova vasca, infatti, insiste una faglia che potrebbe interferire con la realizzazione della nuova, come spiega l’assessore comunale con delega speciale alla discarica di Bellolampo, Gaspare Nicotri.

«L’innalzamento del piede dell’argine assicurerà maggior spazio per lo stoccaggio dei rifiuti nella sesta vasca e, più o meno, dovremmo guadagnare 3-4 mesi di tempo. Per la settima vasca, invece, occorre attendere altri tre mesi per conoscere gli esiti dello studio geologico affidato all’università di Palermo». Scettici, invece, i consiglieri pentastellati a Sala della Lapidi che chiedono maggiore trasparenza al sindaco e al governatore siciliano sulle azioni messe in campo per arginare l’emergenza: «Anziché continuare ad avere una visione discarico-centrica della questione, il presidente Musumeci e il sindaco di Palermo inizino a discutere e trovare soluzioni per potenziare la raccolta differenziata – afferma Tony Rabdazzo – , fare partire la linea a Bellolampo e realizzare le prime isole ecologiche in città. La differenziata nel 2016 si attesta al 7,16 per cento con addirittura un decremento di circa il 3% rispetto al 2013 dove si attestava al 10,13».

Ma a gettare acqua sul fuoco sulla durata di Bellolampo, è ancora una volta l’assessore Nicotri: «Prima conferivano i rifiuti oltre 40 comuni – ricorda – oggi sono solo due, Palermo e Ustica. Se nel frattempo si riuscisse a potenziare la raccolta differenziata, si potrebbe garantire la durata della discarica fino all’avvio dei lavori della nuova vasca. È chiaro che c’è un’emergenza in atto – conclude -, ma Orlando e Musumeci hanno dato un’accelerata ai lavori e c’è interlocuzione attenta su problema che interessa non solo il capoluogo ma tutta la Sicilia occidentale».

Ad essere preoccupati per la situazione sono quindi anche i 50 sindaci del comprensorio palermitano che attualmente trasportano i rifiuti a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, e che ieri hanno incontrato il presidente della Regione per fare il punto. «La situazione è critica, tragica – rivela Vincenzo Geluso, sindaco di San Cipirello – La discarica di Bellolampo è satura e aspettiamo di sapere se sarà possibile utilizzare i 40 siti alternativi, tra centri di compostaggio e discariche, dove andare a scaricare i rifiuti. Oggi sono state poste sul tavolo diverse soluzioni, ma al momento non è stata trovata quella risolutiva. Dalla riunione non siamo usciti soddisfatti anche se capiamo che serve del tempo a Musumeci. Abbiamo chiesto al Presidente della Regione di rimborsarci la differenza che paghiamo per il conferimento in provincia di Catania, ma abbiamo avuto risposta negativa».

Dopo l’incontro che si è tenuto a San Cipirello, i sindaci annunciano di restare uniti per trovare una soluzione, come conferma anche il primo cittadino di Monreale, Pietro Capizzi. «Ci auguriamo che da Roma diano il tempo alla regione di organizzare un Piano regionale dei rifiuti che sia compatibile con le necessita dei comuni. Non si può più sparare a zero, dicendo che le discariche sono sature e che non si possono più prorogare gli abbancamenti. Non possono mettere in ginocchio i comuni. Monreale è riuscita nell’ultimo periodo a diminuire il conferimento in discarica, scendendo da 35 a 25 tonnellate, grazie all’avvio della differenziata. Noi sindaci stiamo facendo la nostra parte».

«Siamo tutti in trincea – ha detto in una nota il presidente Musumeci – e per questo motivo dobbiamo lavorare in sintonia, altrimenti sarebbe la sconfitta della politica. Non voglio assolutamente scaricare la responsabilità sui Comuni, ma abbiamo ereditato una situazione pesante, figlia di un ritardo ventennale. I rifiuti non sono né di destra, né di sinistra e pertanto la battaglia va vinta tutti insieme, consapevoli, comunque, che per superare questa fase, di emergenza nell’emergenza, ci vogliono dai due ai tre anni. Dobbiamo recuperare una carenza strutturale, affinché al termine del mio mandato questa Regione possa essere normale e assicurare standard di efficienza al pari del resto d’Italia».


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