Nessuno passa tante ore nel traffico come palermitani Riolo: «È tutta colpa dei cantieri, un vero cataclisma»

Un automobilista palermitano nel 2016 ha trascorso mediamente più di 6 giorni intrappolato alla guida della propria automobile. È Palermo, infatti, il comune italiano dove gli automobilisti rimangono più tempo imbottigliati nel traffico cittadino. A stabilirlo, una ricerca condotta dall’azienda TomTom Telematics che al capoluogo siciliano, nel 2016, attribuisce il primato per la città più congestionata. È qui che si registra un aumento del tempo di viaggio del 43 per cento rispetto alla media nazionale, stimato in circa 39 minuti giornalieri. Un ritardo che, sommato per ogni giorno dell’anno, si traduce in 149 ore di tempo extra impiegato per spostarsi da una parte all’altra della città. E il dato è peggiorato del 2 per cento rispetto al 2015, con buona pace delle Ztl e dei mezzi pubblici

I tecnici dell’azienda olandese, che produce sistemi di navigazione satellitare per autovetture, autocarri, autobus, motociclette, palmari e smartphone, si spingono oltre e arrivano persino a calcolare il danno, in termini economici, arrecato alle aziende a causa del tempo in più impiegato per il trasporto delle merci (oltre 35 milioni di euro). Tra le siciliane sul podio (per la cronaca il secondo posto spetta a Roma con il 40 per cento di livello di traffico) si colloca terza Messina (39 per cento di tempo speso tra gli ingorghi, 130 le ore in un anno), mentre in settima posizione Catania (29 per cento di livello di traffico e 101 ore totali). Se poniamo la lente di ingrandimento su questi tre comuni siciliani, queste città hanno visto peggiorare la situazione rispetto all’anno precedente, con un incremento medio delle percorrenze nel 2016 del 3 per cento rispetto all’anno predente.

Secondo il TomTom Traffic Index Report, infatti, il traffico ha causato un incremento del tempo complessivo di viaggio mediamente del 37 per cento per le tre città nell’Isola. Questo influisce sul tempo medio speso sulla strada di 33 minuti che, ai 65.840 veicoli industriali (leggeri e pesanti) guidati nelle tre città, costano rispettivamente 4,82 euro al giorno a Palermo, 4,20 euro al giorno a Messina e 3,22 euro al giorno a Catania.  «In confronto a 9 anni fa, nelle 3 città siciliane oggetto della ricerca, mediamente il livello di traffico è aumentato – dice Marco Federzoni, Sales Director di TomTom Telematics Italia – Nelle città di Palermo, Catania e Messina si registrano dati davvero preoccupanti. L’esigenza primaria è quella di superare la sfida del traffico, per tornare a essere padroni delle ore lavorative sprecate.»

Sconsolata l’assessore comunale alla Mobilità Iolanda Riolo che prende atto del pessimo risultato: «Cosa posso dire? La situazione è rimasta la stessa di cinque anni fa, non è cambiato nulla e penso che peggiorerà non appena apriremo il cantiere di via Roma per i lavori del collettore fognario: sarà un altro cataclisma. La verità è che siamo bloccati dai cantieri, venga Tom Tom a risolvere questo nodo. La situazione forse migliorerà un minimo con le telecamere che potranno vigilare le corsie preferenziali, e su questo punto stiamo cercando di provvedere velocemente». E poi, con il rifacimento della terza corsia della Circonvallazione, ma si tratta di «miglioramenti minimi». La nostra posizione in classifica si rivoluzionerà secondo Riolo solo «quando chiuderanno i maledetti cantieri e il porto di Palermo deciderà di trasferire il trasporto pesante dal capoluogo a Termini Imerese».

«Tomtom telematics ha reso pubblica una delle tante vergogne della nostra città – dichiara Igor Gelarda consigliere comunale del M5s – Siamo la città più trafficata Italia, mi sembra chiaro che questo sia il risultato di una fallimentare politica della mobilità in città, priva di qualsiasi tipo di progettualità, ma anche di buon senso. Così finalmente sappiamo che investimenti come il tram , strutturato in questa maniera, non porta nessun beneficio alla viabilità in città. Ecco – conclude il consigliere pentastellato – questa è la città reale, diversa da quella che ci viene spacciata da chi continua a vivere in una Palermo virtuale, continuando a gestirla male».


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