Migranti, Orlando denuncia l’Unione Europea «Comportamento negligente delle autorità»

Torna a tuonare contro le istituzioni europee. E questa volta lo fa con un documento ufficiale. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, probabilmente anche in vista del Tribunale permanente dei popoli che si terrà in città dal 18 al 20 dicembre, continua a difendere il proprio modello di accoglienza e si schiera ancora una volta a sostegno dei migranti. Lo fa con una lettera-denuncia alla Corte penale internazionale, alla Procura nazionale antimafia italiana e alla Procura della Repubblica di Roma, che è competente per i crimini commessi all’estero.

«L’Unione Europea – scrive il primo cittadino – non ha mostrato alcun segnale di attenzione verso la sorte delle migliaia di persone che quotidianamente rischiano la vita per raggiungere l’Europa per sfuggire a guerre, violenze e povertà. Con questo comportamento, viola le proprie stesse regole che si è data formalmente, a partire dalla Carta europea dei diritti fondamentali». 

Nel documento Orlando aggiunge poi che sarebbe il caso di valutare «responsabilità di ogni genere rilevanti sul piano interno o internazionale» e ricorda il proprio rifiuto di una distinzione fra migranti economici e richiedenti asilo, ma allo stesso tempo sottolinea come anche di fronte a tale distinzione, il comportamento delle autorità europee e dei suoi rappresentanti nei paesi di partenza e transito dei migranti è «negligente» in quanto non permette nemmeno che i richiedenti asilo possano presentare una domanda in tal senso già in quei paesi. 

Il cinque volte sindaco della città ricorda poi alle istituzioni europee come «a fronte di una diminuzione del numero di partenze, assistiamo ad un aumento percentuale dei viaggi che si concludono tragicamente con la morte di migliaia di persone: almeno 2.600 morti accertati ufficialmente nei primi mesi del 2017». A ciò va aggiunto che «la presenza di missioni militari come Frontex ed Eunavfor Med nel Mediterraneo centrale, come pure la missione militare Eubam Libia, se hanno contribuito al calo delle partenze e degli ingressi irregolari nell’Unione europea non hanno garantito la pacificazione dei territori di transito e il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone che sono rimaste intrappolate, soprattutto in Libia».


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