Con l’azzardo non si gioca, un’app rivolta agli studenti «Le slot sono di fronte le scuole nonostante la legge»

Un sito internet, un numero verde e un’app android; poi dieci trasferte con un camper didattico itinerante, undici sportelli regionali, 30 volontari, 34 enti coinvolti, 40 consulenti ed operatori, 46 eventi informativi; infine 7mila dvd  e 40mila opuscoli distribuiti, 48mila cittadini coinvolti. Sono i numeri della campagna di sensibilizzazione Il banco vince sempre, organizzata da sei associazioni di consumatori (Adoc, Acu, Associazione Consumatori Siciliani, Cittadinanzattiva, Lega Consumatori e Sicilia Consumatori) che partecipano al Programma Generale d’intervento della Regione Siciliana 2016-2017 attraverso il progetto denominato Con l’azzardo non si gioca. Il report finale è stato presentato il 15 novembre presso il Panastudio Gruppo Editoriale, in via Crispi, ed è stato realizzato in parte grazie al sostegno degli studenti del Ferrara

Secondo i rilevamenti effettuati dall’Adoc, su un campione di 1038 persone il 29,5 per cento di chi gioca d’azzardo risulta indigente. A essere preferiti sono ancora i Gratta & Vinci, probabilmente per la loro facilità d’accesso e di uso. Il 18 per cento degli intervistati – con rilevamenti effettuati a Palermo, Catania, Messina, Trapani, Agrigento ed Enna – ha dichiarato di aver recentemente perso il lavoro, mentre addirittura il 78 per cento ha ammesso di avere problemi gravi di sovra-indebitamento. Per questo motivo l’Adoc ha da poco aperto uno sportello di assistenza anche a Palermo, in via Ximenes. E continua a promuovere quella rete di assistenza nel contrasto al gioco d’azzardo che è prevista pure dalle linee guida che la Regione ha emanato nel 2015: un auspicio però che non sempre si è realizzato.

«Le persone spesso non sanno a chi rivolgersi – ha detto agli studenti Vittorio Alfisi, presidente della fondazione antiusura SS. Mamiliano e Rosalia – e noi con la nostra esperienza abbiamo notato che sempre più l’indebitamento nasce dall’azzardo. Veniamo a contatto con storie sempre più drammatiche, come il caso di una mamma che per aiutare il figlio a sostenere il matrimonio ha prelevato un giorno mille euro e li ha giocati su un numero ritardatario del lotto. E quando ha perso, ne ha presi altre mille e così via. Il figlio ha scoperto che la madre aveva dilapidato 25mila euro solo al momento in cui ha dovuto versare l’anticipo della sala».

Claudia Ciccia, di Banca Etica, ha ricordato le iniziative Slot Mob che sono state organizzate anche di recente in città. «Noi per scelta non finanziamo neanche le tabaccherie – ha aggiunto agli studenti -. La banca ha il dovere di segnalare prelievi continui, che magari servono a coprire debiti di gioco, altrimenti diventa complice». Mentre rimane un paradosso sostanziale: a fronte dell’app che tenta di combattere il problema del gioco d’azzardo patologico tra i giovani (con un quiz a domande riguardanti il tema della campagna e giochi interattivi che non richiedono denaro), l’industria dell’azzardo sempre più privilegia i minori come target primario. «Non è possibile – ha concluso Luigi Ciotta, presidente di Adoc Sicilia – che ci sia una legge che sancisce una distanza minima delle slot dai luoghi sensibili e poi di fronte le nostre scuole ci siano tabaccherie e centri scommesse».  


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Sei associazioni di consumatori hanno presentato questa mattina, agli studenti del Ferrara, gli esiti della campagna di sensibilizzazione sul gioco d'azzardo patologico. Su un campione di 1038 persone il 29,5 per cento di chi scommette ha dichiarato di essere indigente. «Le persone spesso non sanno a chi rivolgersi» 

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