Droga a Ballarò, si punta su fare rete e prevenzione  Dopo allarme crack, risorse dal Comune e dall’Asp

Dopo l’allarme crack lanciato nei mesi scorsi dal comitato Sos Ballarò, l’Azienda Sanitaria Provinciale e il Comune di Palermo promettono importanti investimenti economici nel quartiere. Lo hanno fatto al convegno che si è tenuto lunedì mattina al liceo scientifico Croce, in via Benfratelli, con una platea di studenti e di esperti del settore che si è confrontata sul tema delle tossicodipendenze. Con Ballarò che ancora una volta potrebbe fungere da modello, questa volta per una rete reale tra pubblico, privato, associazionismo e coinvolgimento popolare. Il dibattito, molto ampio e dalla durata di oltre quattro ore, ha visto relazioni seminariali, gli interventi di mezza giunta, toccanti testimonianze di ex tossicomani, interventi di educatori e psicologi. 

«Ognuno deve fare la propria parte» è stato il richiamo di Massimo Castiglia, presidente della prima circoscrizione e tra i primi a sollevare la questione della diffusione del derivato della cocaina. «Vedo un quartiere dove i ragazzi comprano e consumano in loco. La parte repressiva ci interessa solo in parte. E poi ci sono ragazzine che si prostituiscono per ottenere i soldi necessari all’acquisto di crack». Il sindaco Leoluca Orlando ha posto l’accento sul ruolo del Comune. «Noi dobbiamo garantire la connessione quando si vuole fare rete – ha detto -. Il dramma è quando qualcuno rimane offline. La droga diventa allora un modo per interrogarci su come si fa comunità. È chiaro che se non si ha condivisione di visione ciascuno fa come gli pare. Noi puntiamo moltissimo sul decentramento e ad esempio sul ruolo della consulta dei presidenti». Un appello, quello del primo cittadino, raccolto anche da Giorgio Serio, direttore del dipartimento di Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Nia. «L’Asp porta una progettualità di risorse qui – ha confermato – con una filosofia nuova: è la comunità che cura se stessa. Ballarò non è un sacco vuoto che va riempito ma ha un patrimonio umano e culturale straordinario. Tra le altre cose metteremo a disposizione un’unità mobile con operatori sociali ed educatori».

In fondo la presenza sul territorio è ciò che chiedono le associazioni che a Ballarò hanno scelto di operare. Come nel caso della cooperativa turistica Terradamare, che da anni punta alla rigenerazione urbana attraverso la riscoperta delle meraviglie architettoniche e storiche. «Siamo convinti che la vera bellezza stia nelle persone che abitano i luoghi – è stato il commento del presidente Marco Sorrentino -. Faccio due esempi: per il Ballarò Buskers abbiamo puntato sulle piazze dello spaccio, che non a caso sono posti poco o per nulla illuminati, facendoli diventare punti luce per le varie attività. La Palermo bene viene a rifornirsi di droga qui proprio perché non c’è illuminazione. A un certo punto noi che questo quartiere lo viviamo giorno per giorno non ci stavamo capendo niente, vedevamo circolare tanti zombie che interagiscono con noi. Oppure penso a quella volta, durante le Vie dei Tesori, in cui mentre mostravo un monumento a frotte di persone venute da ogni parte del mondo c’è stato un ragazzo in astinenza che si è intrufolato». 

Gli studenti hanno appreso inoltre che sono tanti i servizi a loro disposizione. E che sempre più spesso sono gli enti preposti alla cura e alla riabilitazione a puntare sulla prevenzione, raggiungendo direttamente i giovani negli unici luoghi di aggregazione rimasti, vale a dire le scuole: dal Cic, il Centro di Informazione e Consulenza a cura del Ser.t di via Pindemonte al Centro di Ascolto per le dipendenze nel vicolo dell’infermeria dei Cappuccini, dagli operatori su strada della Comunità terapeutica Sant’Onofrio agli esperti dell’Ufficio scolastico Regionale. 

Secondo l’assessore alla Cittadinanza sociale Giuseppe Mattina «l’obiettivo non è spostare i luoghi dello spaccio ma quello di riappropriarci del territorio. Metteremo a disposizione le risorse finanziarie del programma Adolescenza, speriamo di partire subito». Mentre l’assessora alla Scuola, Politiche giovanili e Lavoro Giovanna Marano ha annunciato «un milione e 200mila euro di finanziamento per la lotta alla dispersione scolastica. Troppo spesso – ha continuato l’ex sindacalista – chi rinuncia al diritto allo studio rinuncia a tutto. Inoltre stiamo lavorando per aprire a breve 20 centri di aggregazione». Mentre Fausto Melluso, che fa parte del circolo Arci Porco Rosso a piazza Professa (e noto soprattutto per il lavoro quotidiano coi migranti del quartiere), ha sottolineato che «si parla poco di droga e sempre in maniera semplicistica. Arrestare gli spacciatori vuol dire svuotare il mare col cucchiaino. È significativo – aggiunge l’attivista – che la comunità non rifiuti i pusher. Se i migranti rimangono clandestini non c’è da sorprendersi se poi si arrangiano con lo spaccio. D’altra parte in questo quartiere ci si arrabatta nel mestiere di vivere da più di mille anni».


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