Anello ferroviario, un operaio cade dalla trivella Incidente in viale Lazio: «Ferito in modo grave»

Incidente sul lavoro nel cantiere dell’anello ferroviario di viale Lazio. Un lavoratore della Marchese Group, un giovane di 24 anni che lavora con Tecnis per lo scavo dei pali in cemento, è caduto da un’altezza di circa tre metri mentre lavorava su una trivella nel tardo pomeriggio di ieri. Pare che stesse svolgendo dei lavori di manutenzione. L’operaio, gravemente ferito, si trova in ospedale a Villa Sofia dove la sera stessa ha subito un intervento alla testa e al torace. «Dopo l’operazione – riferiscono dall’ospedale Villa Sofia – nel reparto di Neurochirurgia il giovane operaio è stato intubato e trasferito nel reparto di Rianimazione: la prognosi resta riservata».

«È l’ennesimo incidente nel comparto dell’edilizia e nell’ambito del cantiere della Tecnis. Un paio di mesi fa nello stesso cantiere si è ribaltata una gru mobile, per fortuna senza conseguenze per gli operai. È indice che qualcosa non va», dichiarano Ignazio Baudo per la Feneal Uil, Paolo D’Anca per la Cisl e Francesco Piastra per la Fillea. I sindacati riferiscono che nonostante le segnalazioni, persistono difficoltà economiche per le aziende dell’indotto «che non c’entrano direttamente con l’incidente ma che sono il segnale che il clima non è sereno  – aggiungono i sindacalisti -. Gli operai della Marchese non prendono gli stipendi da quattro mesi e manca la serenità tra i lavoratori. C’è qualcosa che non va nell’anello e nella catena degli appalti. Non si possono fare economie sulla pelle dei lavoratori».

Un confronto sulla sicurezza sul lavoro era stato chiesto nei mesi scorsi dalle federazioni provinciali degli edili agli enti ispettivi. Ma la richiesta, riferiscono i sindacati, è rimasta priva di riscontro. «Chiederemo alla Prefettura di convocare una riunione sul tema della sicurezza, considerato che gli incidenti sul lavoro continuano a ripetersi – aggiungono Baudo, D’Anca e Piastra – Solo l’Inail ha provveduto a programmare un incontro e ci ha segnalato un problema conseguente al Jobs Act, che ha unificato a livello nazionale gli enti ispettivi. In Sicilia ancora questo coordinamento non è nato e la programmazione degli interventi ispettivi avviene con difficoltà».


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