Monreale, anche D’Alema a sostegno di Claudio Fava «A Palermo servirebbe un piano di recupero urbano»

È un Massimo D’Alema instancabile, e col gusto della polemica e della stilettata, quello che si è presentato in Sicilia. Dopo la conferenza stampa che stamattina si è tenuta a Palermo, lo stratega di Mdp si è recato questo pomeriggio a Monreale per continuare il mini tour siciliano a sostegno della campagna del candidato presidente della Regione Siciliana Claudio Fava, «il vero argine alla destra, il candidato che si oppone agli argomenti della destra e che ha denunciato l’inquinamento delle sue liste» come lo stesso definisce. 

In un’intervista rilasciata a Meridionews D’Alema spiega quali devono essere gli interventi che il nuovo governatore deve scrivere sulla lista delle cose da fare una volta varcata la soglia di Palazzo d’Orleans. «Lo sviluppo delle Infrastrutture deve essere prioritario – dice il leader di Mpd – al Sud il sistema stradale e ferroviario è ottocentesco. Occorre una politica in grado di dare una prospettiva di lavoro ai giovani, penso alle università che sono sotto-finanziate. Crocetta non lascia un grande ricordo di sé e questa ammucchiata attorno a Micari mi sembra estremamente confusa».

D’Alema non usa mezzi termini per dare una valutazione alle vicende che hanno visto protagonisti Rosario Crocetta e Leoluca Orlando: «Si sono insultati fino a pochi giorni fa, ora si mettono insieme senza credibilità. È Fava il vero protagonista». Per l’ex segretario dei DS l’appoggio del primo cittadino di Palermo al candidato della lista Cento Passi sarebbe stata una scelta naturale. «Orlando voleva assicurare il sostegno della sinistra attorno a Micari ma Fava non è legato a nessuno, è indipendente, e poiché nel frattempo a Roma Matteo Renzi si alleava con Alfano, abbiamo interrotto i negoziati – continua il politico di lungo corso -. L’appoggio di Orlando a Fava avrebbe dato maggiore forza alla candidatura di Fava». La lista Orlando-Crocetta, con la mancata presentazione a Messina e Siracusa, non può raggiungere il cinque per cento dei voti secondo il leader di Mpd:«I cittadini non vogliono buttare via i voti. Quando un presidente della regione e il sindaco di Palermo non sono in grado di presentare una lista, è segno di una enorme difficoltà».

D’Alema si sofferma poi su Palermo, in particolare sulla sua naturale inclinazione all’accoglienza. «Ho appena visitato il Duomo di Monreale, una cattedrale fatta dai tedeschi con manodopera greca e pezzi di architettura romana – afferma uno dei simboli dei politici di professione – Questa è la storia della Sicilia. Oggi a Palermo abbiamo ospitato Pietro Bartolo, un simbolo dell’accoglienza, che ha suscitato fonte di ammirazione della Sicilia in tutto il mondo». Quando si parla di Palermo è facile associare il suo nome a quello del lavoro che manca. «Non c’è lavoro senza un piano d’investimenti nazionale o regionale – è il suo commento – pensiamo cosa significherebbe per Palermo un grande piano di recupero urbano o di tutela del territorio. Sono i grandi programmi, in grado di offrire una buona prospettiva di lavoro, che mancano a Palermo». 


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