Viagrande, in vetta e con Pappalardo vice spagnolo Tornato da Maiorca per rubare i trucchi agli iberici

«Sicuramente c’è da godersi il momento, ma dobbiamo essere bravi a non illuderci». Non usa mezzi termini Salvo Pappalardo, allenatore in seconda dello Sporting Viagrande che al momento, dopo cinque giornate di campionato, è in testa alla classifica di Promozione, girone C, a quota 12 punti, in compagnia di Tirrenia e Terme Vigliatore. L’ultima gara, il successo per 3-0 nel derby con lo Sporting Trecastagni, ha determinato infatti l’aggancio in vetta alle altre due compagini: «Si è trattato di una gara combattuta – spiega Pappalardo a MeridioNews –, soprattutto nella prima parte. Una volta rotti gli equilibri poi è stato un po’ più facile avere la meglio sugli avversari. La partita è stata equilibrata fino a quando non siamo riusciti a trovare il primo gol». Finora in campionato, soltanto la Jonica è riuscita a sconfiggere, con il risultato di 0-4, la squadra allenata da mister Zanghi: «Quella con la Jonica – continua Pappalardo – è stata una sconfitta abbastanza netta. Quando dico, dunque, che non dobbiamo illuderci io parlo anche di questo, ovvero del fatto che dobbiamo essere consapevoli di quelli che sono i nostri limiti, ma anche le nostre forze. Stare lassù in classifica non vuol dire essere i più forti».

Idee chiare da parte dello staff e della società sugli obiettivi della squadra etnea: «Vogliamo disputare un campionato tranquillo. L’obiettivo è chiudere a metà classifica o puntare a un posto ai playoff». In carriera, il tecnico ha cominciato con le squadre giovanili ad Acireale e poi a Catania: «Ho iniziato ad Acireale con i bambini, come credo facciano un po’ tutti. L’anno successivo, sempre lì, ho allenato i Giovanissimi. Altri due anni li ho fatti al Catania, mentre l’anno scorso sono andato a Maiorca in Spagna». E in terra iberica, mister Pappalardo, ha ampliato le sue conoscenze e le sue tecniche, ma non nasconde le difficoltà: «Quella a Maiorca è stata un’esperienza abbastanza formativa. Allo stesso tempo è stata dura perché si sta lontani dai propri cari e dagli affetti».

Sulle differenze tra il calcio spagnolo e quello italiano spuega: «Non vorrei essere banale, ma la differenza sta molto nella metodologia: in Spagna si lavora tanto sui princìpi di gioco e piuttosto che dire ai ragazzi cosa fare e come arrivare in porta, si insegnano i posizionamenti in campo. Questo poi si trasforma in una maggiore autonomia e in un maggiore controllo del gioco. Si cura molto di più la fase di possesso, rispetto a quella di non possesso, cosa sulla quale siamo un po’ fissati noi italiani con la parte tattica». E tutto ciò si è potuto notare anche recentemente, con la disfatta degli Azzurri a Madrid proprio contro la Spagna: «Se si ha una metodologia e un’identità come quella del possesso palla che viene insegnata fin da piccolini, poi ci si ritrova di fronte a delle squadre con un’identità spagnola molto molto forte. Queste squadre riescono a coniugare bel gioco e vittorie e questo si vede a livello di squadre di club, come Real Madrid e Barcellona che negli ultimi anni hanno vinto praticamente tutto, ma anche con la Nazionale spagnola». Nonostante tutto, però, quest’anno il mister è tornato in Sicilia: «Essenzialmente – conclude Pappalardo – sono tornato in Italia per gli affetti».


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