Il Palermo di Tedino ha imparato la lezione Tanto cuore e sofferenza: in B si vince così

Benvenuti in serie B. Il tour esplorativo del Palermo nel torneo cadetto, un percorso inaugurato di fatto martedì scorso in occasione della vittoria interna con il Perugia e attraverso il quale i rosanero stanno imparando a conoscere le dinamiche del campionato con cui devono confrontarsi in questa stagione, è proseguito ieri sera con il successo ottenuto al Barbera contro la Pro Vercelli nel monday-night della sesta giornata. Un’affermazione in rimonta (2-1) che gli uomini di Tedino hanno conquistato con cuore, intensità e tanta sofferenza. Temi ricorrenti in una serie B in cui l’aspetto agonistico e l’animus pugnandi molto spesso prevalgono sulla qualità e sull’estetica. Il match disputato ieri contro il fanalino di coda non sfugge a questa regola: il secondo successo consecutivo ‘qualifica’ il Palermo non per la bellezza di un gioco che ancora stenta a decollare ma soprattutto per la sostanza dell’affermazione ottenuta. Per il peso specifico di tre punti che consentono alla squadra di portarsi a ridosso della vetta della classifica (Perugia e Frosinone sono avanti di una sola lunghezza) e di consolidare determinate certezze.

Pur avendo ampi margini di miglioramento dal punto di vista della fluidità della manovra, obiettivo che tuttavia era difficilmente raggiungibile ieri alla luce dell’assenza per infortunio di un giocatore come Coronado in grado di accendere la luce e dare imprevedibilità al fronte offensivo, i rosanero hanno a disposizione delle «armi» con cui riescono a imporsi sugli avversari e a ridimensionare le proprie lacune. E se in organico ci sono elementi come Nestorovski, letali in area di rigore, è chiaro che in una realtà diversa dalla massima serie una squadra parte avvantaggiata riuscendo molte volte a compiere la propria missione anche quando non è in una giornata esaltante. Il bomber macedone, autore ieri della prima doppietta con la maglia rosanero, è un giocatore fondamentale per il Palermo di Tedino ed è proprio per questa imprescindibilità che la sua assenza per squalifica (il capitano ha commesso un’ingenuità rimediando nella porzione finale della gara un cartellino rosso per somma di ammonizioni) complica in vista della sfida in programma sabato ad Ascoli i piani del tecnico alle prese, peraltro, con il dubbio legato alle condizioni di Coronado.

Allo stadio Del Duca scenderà in campo un Palermo in emergenza ma anche ieri, contro una Pro Vercelli che ha offerto una prova più che dignitosa e che non meriterebbe l’ultimo posto in classifica per i concetti espressi soprattutto nel primo tempo, la squadra ha dimostrato di avere delle risorse (soprattutto caratteriali) grazie alle quali può affrontare qualsiasi criticità. La batteria funziona a prescindere dalle condizioni del singolo ingranaggio: a centrocampo, ad esempio, la prestazione opaca di Gnahoré, meno brillante del solito complice il mini-ciclo di gare ravvicinate da lui disputate senza soluzione di continuità, è stata compensata dalla prova maiuscola di Murawski (molto più a suo agio rispetto alle prime apparizioni) e dalle intuizioni di Chochev, protagonista con due assist vincenti nelle azioni culminate con i gol di Nestorovski. Alcuni fattori sono rivedibili (Trajkovski ha confermato di essere un giocatore molto discontinuo ed il neo-entrato Embalo, nel finale, in più di una circostanza ha fallito clamorosamente il colpo del ko) ma, proprio perché inseriti in un contesto valido in base agli standard della B, i singoli elementi rosanero formano un buon prodotto. Non di qualità ma un prodotto efficace come dimostra l’imbattibilità mantenuta in queste prime sei giornate di campionato.


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