Applausi e sala piena per la proiezione al Cinema De Seta, ai Cantieri culturali della Zisa, alla presenza dell'intera troupe. I registi sono i fratelli Stefano e Mathia Coco. «Siamo cresciuti nel boom della diffusione di questo sport. L'isola fu il fiore all'occhiello di un fenomeno comunque più generale al Sud»
Ustica, isola del baseball: un documentario la racconta «Grande fermento dagli anni Settanta fino ai Duemila»
I fratelli Coco giocavano a baseball. A Ustica lo facevano tutti, per loro era quasi un fatto naturale. Poi quando sbarcarono nell’isola più grande, la Sicilia, si accorsero che il cosiddetto batti e corri – la variante locale con cui chiamavano lo sport Usa più celebre – non era poi mica così diffuso. Avevano tra le mani una storia. E hanno deciso di raccontarla. Nasce così Ustica, gli anni del diamante: tre anni di lavoro, diecimila fotografie, documenti e articoli raccolti, 25 ore di interviste, 150 giga di filmati d’archivio e sei mesi di montaggio hanno dato vita al docufilm che racconta lo straordinario legame tra lo sport del baseball e l’isola di Ustica attraverso le testimonianze dei protagonisti.
La prima proiezione a Palermo, al Cinema De Seta, è stata ieri sera. Ed è stata un successo: tanti gli applausi e molta la commozione dei presenti. I registi del documentario sono appunto i fratelli Stefano e Mathia Coco. «Siamo cresciuti nel boom della diffusione del baseball a Ustica – racconta Stefano -. C’erano gli allenatori cubani, il livello era altissimo, c’erano due squadre, femminili e maschili, in serie A. C’era un fermento di respiro internazionale che in una piccola isola siciliana è raro trovare. Oggi il fenomeno è scemato, nel 2004 le squadre si sono dovute ritirare dai campionati. E noi abbiamo deciso di raccontare quel periodo».
L’epoca d’oro del baseball, che ha reso Ustica famosa in tutta Italia, dura circa 30 anni. È il 1971 quando
Bruno Beneck, presidente della federazione italiana baseball nonché notissimo giornalista sportivo e autore della Domenica Sportiva, arriva in vacanza nella piccola isola vulcanica. Nota dei ragazzini che stanno in piazza e vicino al mare: fanno un gioco locale, i quattro cantoni, che somiglia allo sport statunitense. Una coincidenza che ispira Beneck, che di lì a poco coinvolge un albergatore e successivamente i primi ragazzi: in un’isola di così piccole dimensioni non ci sono molto alternative di svago e i bambini sono soliti giocare per le strade del paese. Il resto della storia è raccontata nel docufilm.
«Ustica fu il
fiore all’occhiello di un fenomeno comunque generale al Sud – dice il regista – Io credo che anche a Palermo ci sia una forte diffusione di questo sport». Il docufilm è in in parte finanziato col crowdfunding e in parte autosostenuto, attraverso l’agenzia creativa Riccio Blu. «Siamo una produzione palermitana – aggiunge Coco – un gruppo di professionisti (fotografici, grafici, videomaker): dal nostro sito web è possibile poi farsi un quadro generale di quel che siamo e facciamo. Ustica, gli anni del diamante è il nostro primo grosso documentario, lavoriamo poi molto nell’ambito commerciale». Il progetto ha fatto parte del programma di iniziative promosse dal Comune per Palermo Capitale Italiana dei Giovani 2017. Inoltre gode del Patrocinio del Comune di Palermo, Comune di Ustica, FIBS – Federazione Italiana Baseball Softball, CONI, Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica e Area Marina Protetta Isola di Ustica.