Mauro De Mauro, 47 anni dalla scomparsa «Ormai era un cadavere che camminava»

«Amunì». È un ordine perentorio, quello degli uomini di Cosa nostra, per fare rientrare Mauro De Mauro a bordo della sua auto. Ha appena posteggiato davanti al portone di casa, in via delle Magnolie. La figlia Franca entra di corsa nell’androne del palazzo, lo aspetta davanti all’ascensore. Il padre però non spunta. Passano i minuti, perché ci mette tanto? Esce di nuovo, appena in tempo per vedere la scena: lui che risale in auto, circondato da alcune persone. Mette in moto e se ne va, non si volta nemmeno per salutarla. È l’ultima volta che lo vede. Da quel momento di lui si perderanno le tracce. Solo la sua auto viene ritrovata, la sera dopo, in via Pietro D’Asaro, a pochi chilometri di distanza. A bordo è rimasta la spesa che avrebbe dovuto salire in casa il giorno prima, ma nulla che fornisca un indizio su quanto accaduto a lui.

Che sia rimasto sepolto per anni sotto al ponte Oreto e poi discolto nell’acido o strangolato e buttato in un pozzo del fondo agricolo dei Madonia, non è dato saperlo. I pentiti che negli anni raccontano la loro versione della fine del cronista non hanno mai contribuito a fare chiarezza. Solo pochi mesi prima di sparire nel nulla, De Mauro viene trasferito alla sezione Sport de L’Ora. Non è un cronista sportivo, però. Originario di Foggia, arriva a Palermo insieme alla famiglia dopo la seconda guerra mondiale e subito inizia la collaborazione con alcuni giornali. Le sue inchieste per L’Ora, l’ultimo quotidiano in cui scrive, lo trasformano presto in un personaggio scomodo per gli ambienti mafiosi. Nel 1962 pubblica con un articolo in due puntate un verbale di polizia risalente a quasi trent’anni prima e ormai dimenticato.

Lì ci sono le dichiarazione di Melchiorre Allegra, un dottore siciliano e tenente colonnello medico del Regio esercito durante il primo conflitto mondiale affiliato alla mafia e poi pentito, che in quelle pagine racconta regole, segreti e retroscena di Cosa nostra. «Era un cadavere che camminava», racconta Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a quindici anni dalla scomparsa del cronista. Troppi erano stati gli scoop che la mafia gli aveva perdonato. Prima o poi sarebbe arrivato il momento di emettere una definitiva sentenza di morte. Arriva quando De Mauro decide di occuparsi della morte di Enrico Mattei, presidente dell’Eni, morto il 27 ottobre del 1962 a bordo di un aereo privato che doveva riportarlo a Milano da Catania. È una morte, la sua, che desta subito sospetti e perplessità. Il giornalista continua a indagare, per anni non abbandona la pista dell’omicidio premeditato che verrà poi confermata dalle indagini di Pavia e di Palermo.

Fino al 1970, quando torna a occuparsi del caso, in seguito all’incarico ricevuto dal regista Francesco Rosi, che progettava di realizzare un film su quella vicenda. Si tratta de Il caso Mattei, pellicola uscita nelle sale nel 1972, un film che De Mauro non vedrà mai e con uno straordinario Gian Maria Volontè nei panni del fondatore della multinazionale energetica. A seguire le indagini sulla sua morte sono soprattutto Carlo Alberto Dalla Chiesa e Boris Giuliano, uccisi entrambi, a distanza di anni, dalla mafia. Interrogata dal pubblico ministero di Pavia Vincenzo Calia, che a distanza di 36 anni dalla scomparsa di Mauro De Mauro decise di riaprire le indagini sulla morte di Enrico Mattei, la signora Elda Barbieri (moglie di De Mauro) raccontò che il generale Dalla Chiesa prediligeva la pista della droga. E quando la donna fece notare al militare che il marito da oltre un mese si stava occupando esclusivamente della ricostruzione gli ultimi giorni del numero uno dell’Eni, Dalla Chiesa rispose: «Signora, non insista su questa tesi perché, se così fosse, ci troveremmo dinnanzi a un delitto di Stato e io non vado contro lo Stato».

Nel 2001 la Procura di Palermo riapre il fascicolo sulla sua sparizione, dopo aver raccolto le dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia: Francesco Di Carlo, ex boss della famiglia di Altofonte. Racconta le confidenze che gli avrebbe fatto il capo dei capi in persona durante un summit di mafia in cui si sarebbe deciso proprio del sequestro e dell’omicidio del cronista. Ed è lui, infatti, l’unico imputato nel processo che parte nel 2006: Totò Riina, accusato di essere stato il mandante. Una parabola giudiziaria che, però, nel 2015 si conclude con la conferma dell’assoluzione del boss da parte della Cassazione per non aver commesso il fatto. Ancora oggi resta un mistero cosa sia successo quel giorno a Mauro De Mauro. Mentre la vicenda continua ad appassionare soprattutto i giornalisti. Tra le ultime pubblicazioni in tal senso ci sono: quella del giornalista di Alcamo, ma cresciuto a Palermo, Giuseppe Pipitone con Il caso De Mauro – Così scompare un giornalista; il volume dei giornalisti palermitani Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, intitolato Profondo Nero e che lega in un fil rouge le morti di Mattei, Pasolini e De Mauro; e, ultimo in ordine di uscita, Il caso Mattei, scritto a quattro mani dalla giornalista Sabrina Pisu e dal pm Vincenzo Calia. 


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]