Il giudice di pace Rosina Graziano ha annullato la sanzione di mille euro che i vigili urbani di Palermo che, tra anni fa, avevano contestato alla giornalista Alessia Franco per avere parlato agli alunni di una scuola elementare del suo libro di favole Le catacombe del mistero
Scrittrice scambiata per una guida abusiva Giudice annulla multa: «Fine di un incubo»
«Doversi difendere per qualcosa che non ho mai fatto mi è costato davvero tanto da un punto di vista emotivo: dopo tre anni è la fine di un incubo dai contorni kafkiani». Non nasconde l’emozione la giornalista e scrittrice Alessia Franco che oggi può finalmente tirare un sospiro di sollievo per l’epilogo di una vicenda dagli aspetti a dir poco paradossali. Tre anni fa, infatti, Franco era stata multata per avere partecipato a una visita degli alunni della scuola elementare Tesauro di Ficarazzi alle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, dove aveva raccontato ai ragazzi del suo libro Le catacombe del mistero. In quella occasione, i vigili urbani di Palermo avevano contestato alla giornalista l’esercizio abusivo della professione di guida turistica infliggendole una multa di mille euro.
Peccato che Franco si trovava nelle Catacombe, di cui è anche addetto stampa, insieme alle maestre e agli alunni solo per illustrare le favole del suo libro e la visita, oltretutto, faceva parte di un progetto didattico ed era stata chiesta dagli stessi insegnanti. Contro la sanzione amministrativa, la giornalista ha presentato ricorso e ora, a distanza di tre anni, è stata depositata la sentenza con la quale sono state accolte le tesi del suo difensione Anna Alfano. Nelle motivazioni della sentenza il giudice di pace Rosina Graziano, infatti, esclude che «il racconto delle storie possa configurare l’esercizio abusivo del lavoro di guida». La giornalista, aggiunge, non si è mai fregiata del titolo di guida turistica, non ha ricevuto alcun compenso e la visita non è stata organizzata «con lo scopo di illustrare le caratteristiche culturali, storiche e artistiche delle Catacombe». Il giudice, infine, ha sottolineato che «bisogna sempre riconoscere il diritto di critica, di narrazione e di commento».
«Per parte materna provengo da una famiglia che ha sempre cercato di fare molto per Palermo e ho sempre seguito il loro esempio – racconta Alessia – E tra i personaggi più cari ricorderò il mio bisnonno, ufficiale marconista durante la seconda guerra mondiale, che morì a bordo della nave su cui era imbarcato, silurata in mare aperto. A differenza del capitano che aveva abbandonato il vascello, è rimasto fino alla fine cercando invano di inviare richieste di aiuto». Suggestioni del passato che hanno rafforzato le sue convinzioni sulla necessità di un forte impegno civico e che, da sempre, trovano piena realizzazione nel rapporto con i bambini.
«Il libro nasce nell’ambito del progetto Mummie siciliane e di queste fanno parte la collezione dei Cappuccini – prosegue – Dario Piombino-Mascali, conservatore delle Catacombe, ha pensato bene di affidarmi la parte relativa alla narrazione e alla didattica per bambini. Attraverso questo progetto didattico c’era anche insita l’idea della tutela del bene culturale: i bambini hanno bisogno di introiettare che il bene comune è di tutti e che ciascuno deve fare la sua parte. Quel giorno, mi sono sentita in qualche modo ostacolata su qualcosa su cui vale la pena insistere: la sensibilizzazione. Se insegnassimo ai bambini che il bene è tuo anche nel senso che lo devi proteggere, sarebbe un passo decisivo, altrimenti non si va da nessuna parte. Questa – conclude – è la mia idea di impegno».