Anche Palermo tra Zone economiche speciali De Vicenti: «Ruolo chiave dei porti siciliani»

Attrarre investimenti e sviluppo facendo leva sul porte del capoluogo e Termini Imerese, a partire dalle tre zone industriali di Carini, Brancaccio e Termini Imerese e da due poli turistici: le Madonie e Palermo-Monreale. Potrebbe essere questa la fisionomia della futura Zona economica speciale (Zes) – aree territoriali speciali che godono di semplificazioni burocratiche e benefici fiscali nella forma del credito di imposta con l’obiettivo di intercettare capitali esteri – una delle due misure principali contenute nel decreto Mezzogiorno, recentemente entrato in vigore, pensata per favorire la crescita economica nelle aree del Sud. Stamane, a Villa Niscemi, si è tenuto un incontro tra il ministro alla Coesione territoriale Claudio De Vincenti, il sindaco Leoluca Orlando e il presidente dell’Autorità portuale del Pasqualino Monti di Palermo per discutere dei dettagli legati al progetto dell’attivazione delle Zes.

«L’obiettivo è fare in modo che i porti del Mezzogiorno e quelli siciliani abbiano un ruolo chiave nella crescita dei traffici commerciali nel Mediterraneo a cui stiamo assistendo dopo il raddoppio del Canale di Suez – ha detto De Vincenti -. I porti al Sud sono la nostra avanguardia nell’intercettare questi flussi attraendo investimenti importanti». Il ministro ha chiarito come l’incontro – al quale hanno preso parte sindacati, Ferrovie Dello Stato, Ance e rappresentanti dei territori – sia stata l’occasione per cominciare a ragionare delle Zes nell’area di Palermo e nell’Isola. De Vicenti ha sottolineato come al momento siano stati previsti 270 milioni di euro, e che le agevolazioni potrebbero interessare anche il potenziamento infrastrutturale. «Questo sarà possibile sia con i fondi previsti nei Patti per il Sud – ha proseguito – sia con i fondi specifici dei ministeri. Un insieme di risorse che verranno messo a disposizione delle Zes via via che verranno costituite».

La legge prevede che possano essere istituite fino a un massimo di due Zes per regione necessariamente collegate a un’autorità portuale principale. «Palermo potrebbe esserci e dall’altra parte Augusta-Catania – ha rivelato Orlando – Sono queste le ipotesi di lavoro e il senso dell’incontro serve proprio per avviare un percorso che vedrà la redazione di una bozza di proposta che poi verrà sottoposta all’esame della Regione». Riguardo la tempistica, il ministro ha chiarito che i prossimi passaggi prevedono che il Governo prepari «due decreti attuativi della norma generale del presidente del Consiglio che fisseranno i criteri per delimitare la zona economica speciale. Mentre l’altro verterà sui criteri per ottemperare le semplificazioni burocratiche che caratterizzeranno le Zes: li prepareremo da qui a ottobre. Nel frattempo, in parallelo, stiamo sollecitando gli enti locali, le autorità portuali e le regioni a elaborare proposte che dovranno essere formalizzate dalle regioni a governo».

Durante l’incontro, si è parlato anche dell’altro strumento previsto dal decreto Mezzogiorno, ovvero il programma Resto al Sud: «Con questa misura – ha sottolineato De Vicenti – lo Stato mette a disposizione 1,3 miliardi di euro per giovani che, anche senza mezzi propri, vogliono fare impresa. L’obiettivo è nell’arco di 3-4 anni di aprire 100mila nuove iniziative imprenditoriali al Mezzogiorno». Per Resto al Sud il governo ha previsto per ogni singolo giovane fino a 50mila euro di capitale (35 per cento a fondo perduto, 65 per cento come prestito a tasso zero). Nel caso di cooperative di giovani, invece, saranno a disposizione fino a 200mila euro di capitale. «La Sicilia può svolgere un ruolo fondamentale – ha aggiunto – i giovani siciliani hanno tutte le capacità per utilizzare al meglio queste risorse. Stiamo preparando i decreti attuativi: prevediamo che lo sportello potrà essere attivo presso Invitalia nel mese di novembre».


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