Compro Oro, censurati i cartelloni pubblicitari «Mi dispiace, ma la campagna ha funzionato»

Alla fine i cartelloni della discordia sono stati coperti. Una grossa toppa nasconde il fondoschiena della pubblicità del compro oro che negli ultimi giorni è stato protagonista di grandi polemiche. Polemiche che si sono allargate a macchia d’olio a partire dai social per finire tra i banchi della politica, con la presa di posizione netta di Giusto Catania, ex assessore, ora capogruppo di Sinistra comune in Sala delle Lapidi, fino a valicare i confini dello Stretto, con le dichiarazioni di Alessandra Zedda, consigliera regionale Forza Italia in Sardegna e di Alessandra Moretti, consigliera regionale Pd in Veneto, che l’hanno definita «Violenta e mistificatrice».

Ad applicare la censura durante la notte, i vigili del capoluogo. «Esprimo pubblicamente un plauso alla polizia municipale – commenta Catania – per il tempestivo intervento che ha consentito di oscurare la manifesti sessisti che hanno invaso la città di Palermo». Ma per il consigliere, che già ieri ha denunciato la violazione del regolamento comunale sulla pubblicità nel concedere campo all’affissione della discordia la partita non è finita. «La vicenda non può essere archiviata – continua – poiché rimane intatta la responsabilità degli uffici del Suap che avrebbero dovuto, preventivamente, impedire l’affissione di una pubblicità volgare e in palese violazione delle regole. Bisogna fare chiarezza sulle responsabilità al fine di evitare che in futuro si ripetano simili vicende».

Intanto l’azienda AffarinOro, che da anni punta per le proprie campagne pubblicitarie sull’ironia e sui giochi di parole, senza peraltro cadere in polemiche come in questo ultimo caso, è stata bersaglio di commenti indignati sulle proprie pagine social, dove dopo avere fatto inizialmente muro, l’account ufficiale dell’azienda commenta: «Io sono l’imprenditore e vi posso garantire che la campagna funzione molto bene. A me dispiace dei malumori che possono provocarsi, ma l’obbiettivo è stato raggiunto anche, se in minor parte, merito dei commenti che provoca, non vedo il motivo visto che, tra l’altro, non è reale ma un disegno».


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