Pulizia strade, le periferie sono in abbandono La denuncia è della neoconsigliera Figuccia

«Tantissime le segnalazioni relative alla pulizia delle strade della nostra città, che da tempo ormai vive una condizione di totale abbandono, particolarmente evidente soprattutto nelle periferie». Ad affermarlo è Sabrina Figuccia, consigliera comunale di Palermo, che nei giorni scorsi ha abbandonato il gruppo di Forza Italia per approdare al Gruppo Misto. 

«Ho già iniziato a segnalare caso per caso – aggiunge – ma comprendendo immediatamente che non si può procedere per emergenze, mi sono da subito interrogata per capire quali fossero le ragioni di un simile degrado. La motivazione è tanto semplice quanto aberrante e risiede nel contratto di servizio fra il Comune di Palermo e la Rap. Basta leggere attentamente il contratto – denuncia – per scoprire che l’allegato A4 stabilisce quali sia la frequenza di spazzamento per ogni tipologia strada, partendo dalle strade di serie A, che meritano di essere pulite ogni giorno, per arrivare a quelle di serie che chiamerei indefinita che vengono invece pulite con cadenza mensile e oltre». 

E in effetti, a leggere il contratto di servizio, le strade interessate dallo spazzamento quotidiano (con scopa e paletta o mezzi a motore) sono solamente il 4 per cento del totale – vale a dire circa 50 chilometri di tessuto urbano. Mentre per le periferie interessate in ogni caso da «bassa intensità di traffico e a prevalente componente veicolare» la pulizia viene effettuata ogni 15 giorni: vale a dire il 30 per cento del totale, ovvero 360 chilometri

Per Figuccia si tratta di «un’evidente discriminazione che nasce da una precisa volontà di questa amministrazione, impegnata a creare nuove tasse per fare cassa, senza rispettare i diritti dei cittadini. Giorno 21, data prevista per la prossima seduta in Consiglio comunale dopo le due precedenti sfumate a causa delle beghe fra i miei colleghi per poltrone e poltroncine – conclude -, presenterò una mozione urgente affinché si ponga fine a una simile ingiustizia». Sempre che il Consiglio, ben inteso, riesca ad avviarsi


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