Lavori di ripristino contro «i vandali» della città Dal cancello del Giardino dei Giusti alle fontane

Nuova aggressione dei vandali al patrimonio storico della città. Questa volta a farne le spese è il Giardino dei Giusti di via Alloro, dove ignoti qualche giorno fa hanno divelto il cancello posteriore che si trova sul lato di vicolo San Carlo. Si tratta del secondo episodio che interessa la via nel giro di pochi mesi, dopo che a metà marzo i soliti incivili avevano totalmente imbrattato la Buca della salvezza, accanto alla chiesa della Gancia. In quel caso (come è stato per la scritta spray sul Palchetto della Musica del Foro Italico) erano stati i volontari di Retake Palermo a ripulire in autonomia i monumenti decorati

Il giardino, che sorge dove si trovava un settecentesco palazzo nobiliare distrutto dai bombardamenti del 1943, è stato dedicato nel 2008 alla memoria dei siciliani annoverabili nei Giusti tra le Nazioni, cioè tutti i personaggi di religione non ebraica che contribuirono a salvare i figli d’Israele durante le persecuzioni razziali di epoca nazi-fascista. «Il cancello – spiega l’assessore alla Riqualificazione del Patrimonio Comunale, Emilio Arcuri – è stato recuperato e si trova custodito nel cantiere municipale, il fabbro si occuperà di rimetterlo in situ questa mattina».

Per un passo indietro nella tutela dei beni culturali, se ne registrano fortunatamente alcuni in avanti. Infatti proseguono a gonfie vele i lavori di pulitura del patrimonio lapideo cittadino da parte della squadra Reset guidata dalla restauratrice Serena Bavastrelli, che nelle ultime settimane si è concentrata sulle piazze Castelnuovo e Ruggero Settimo, dove è stata ripulita dai graffiti la statua di Carlo Cottone ed è stato quasi completato l’intervento su quella di Ruggero Settimo, mentre da qualche giorno è nuovamente fruibile il Tempietto della Musica, ingabbiato per circa 4 mesi per consentire i lavori di rimozione dei graffiti da parte degli operai del Comune.

E buone notizie si hanno pure sul fronte delle fontane storiche, dato che – dopo l’impianto del Giardino Inglese in via Duca della Verdura – son tornate a zampillare grazie alle maestranze dell’area interventi urgenti e fontane del Coime quella di piazza Alberico Gentili, quella di piazza XIII vittime, e un paio che non si vedevano in attività da decenni: gli esemplari di piazza Giulio Cesare (nei palazzi che fanno da ingresso monumentale di via Roma), e la fontana di piazza San Francesco d’Assisi che si trova addossata a Palazzo Migliaccio Naselli dei duchi di Sant’Agata (ne esiste una gemella sulla facciata del palazzo di fronte, ma dopo i bombardamenti del 1943 ne rimane solo la vasca).

«Questa città – commenta Arcuri – sembra quasi che adori la distruzione, dato che arrivano i vandali e non ci si accorge mai di loro, sia che si tratti di scuole o di monumenti, e stiamo sempre ad inseguire per recuperare. Questo è un costume diffuso ed inammissibile. Penso che i reati contro i beni pubblici andrebbero valutati con maggior severità rispetto agli stessi compiuti contro proprietà private».


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