Ciancimino, annullata confisca quote società in Abruzzo «Manca certezza della provenienza mafiosa del denaro»

Annullata dalla Corte d’Appello dell’Aquila la confisca delle quote di Alba d’Oro Srl e Marsica Plastica Srl, disposta nel 2011 dal tribunale dell’Aquila perché avrebbero utilizzato parte del tesoro di Vito Ciancimino per la realizzazione del complesso turistico “La Contea” a Tagliacozzo, in provicia del capoluogo abruzzese. Si tratta di una struttura del valore di 2,5 milioni di euro che potrebbe tornare disponibile per i proprietari. 

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, i sodalizi marsicani avrebbero ricevuto soldi dalla società Sirco Srl, riconducibile a Ciancimino tramite Gianni Lapis, amministratore del patrimonio della famiglia dell’ex sindaco colluso con la mafia. Le quote societarie di Alba d’Oro appartengono a Nino Zangari, ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo, e ai fratelli Augusto e Achille Ricci, quest’ultimo possessore anche delle quote di Marsica Plastica. I tre furono arrestati nel marzo del 2009, nel contesto di un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia che non è ancora chiusa. La prossima udienza dibattimentale al tribunale di Avezzano è prevista per il prossimo 27 novembre. 

Nel 2012, a causa di un difetto formale, la Corte aveva annullato il decreto di confisca. La Cassazione, però, l’anno successivo, ha cassato la decisione, restituendo gli atti ai giudici aquilani per una nuova valutazione. Nel 2015 la Corte ha di nuovo confermato la confisca, limitandone, però, l’oggetto al valore di 1,6 milioni, somma pari al versamento della società Sirco ad Alba d’Oro. Decisione pure bocciata dalla Cassazione nel 2016 per una serie di motivazioni, in virtù delle quali, lo scorso 20 aprile, la Corte d’Appello ha di nuovo annullato la confisca. In particolare, manca la certezza che i soldi ricevuti da Sirco siano di provenienza mafiosa. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Andrea Castaldo di Napoli e Daniele Livreri di Palermo per i fratelli Ricci, e Pasquale Milo di Avezzano per Nino Zangari. «Ritengo – commenta l’avvocato Milio – il provvedimento di annullamento un caposaldo che porterà benefici nel processo penale e di cui dovrà tener conto il tribunale collegiale penale di Avezzano nella prossima udienza». 


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