Tecnis, dal 24 luglio ripresa lavori anello ferroviario Sindacati: «Nessuna garanzia su mensilità arretrate»

«Le certezze emerse da questo tavolo riguardano la ripresa dei lavori nel cantiere e che, gradualmente, saranno riassorbiti anche gli operai ai quali, negli ultimi mesi, è scaduto il contratto. Questo l’unico punto fermo mentre le mensilità pregresse, per effetto dell’iter di commissariamento, rimarrebbero congelate e le procedure sono lunghe». Un incontro che convince a metà i sindacati che oggi pomeriggio hanno partecipato al tavolo convocato in prefettura a Palermo dopo la richiesta del viceministro dell’Economia Teresa Bellanova, per il vertice sul futuro del cantiere dell’anello ferroviario Tennis, che da mesi procede a rilento. All’incontro presenti oltre alle organizzazioni dei lavoratori – Ignazio Baudo Feneal Uil, Paolo D’anca FIlca Cisl e Francesco Piastra Fillea Cgil – l’amministratore straordinario di Tecnis, Saverio Ruperto, rappresentanti di Rfi, la prefetta Antonella De Miro.

Proprio il commissario straordinario ha annunciato al ripresa dei lavori nel cantiere dell’anello ferroviario a partire dal 24 luglio, ma sul tavolo ormai da mesi romangono le stesse questioni: l’incertezza che grava sul futuro dell’azienda, il colosso catanese che stenta ancora a riprendersi dal ciclone giudiziario che l’ha travolto lo scorso anno. I lavori, anche a causa dei ritardi nei pagamenti ai fornitori e alle maestranze – gli operai attendono ancora cinque mensilità, febbraio e marzo del 2016 e febbraio, marzo, aprile e maggio di quest’anno -, procedono a singhiozzo e i sindacati non nascondo la delusione: «Sotto l’aspetto retributivo non siamo per nulla soddisfatti – proseguono – e temiamo che continuerà a regnare un clima di incertezza. Abbiamo anche proposto a Ruperto, nel momento in cui si potrà aver qualche certezza in più un nuovo incontro ma, al momento, non è stata fissata alcuna data». 

Il commissario straordinario, infatti, ha 180 giorni di tempo per presentare un piano di ristrutturazione aziendale, nell’ambito della procedura di amministrazione straordinaria delle imprese insolventi (legge ex Marzano) e, molto probabilmente, solo allora sarà possibile avere un quadro più chiaro sul futuro dell’azienda. Attualmente, infatti, non si esclude nemmeno l’ipotesi della cessione del ramo d’azienda: uno scenario che non desta preoccupazione tra le organizzazioni dei lavoratori ai quali preme maggiormente il futuro delle opere e dei lavoratori: «A noi interessa soprattutto che il cantiere riprenda a pieno regime e che vengano pagati stipendi». Attualmente, i lavoratori con contratto determinato rimasti a casa sono 12, mentre quelli ancora in servizio sono solo 16. «Noi abbiamo preteso che tornino a lavorare gli operai rimasti a casa – aggiungono – Domani dalle 13 alle 15 nel cantiere si terrà un’assemblea straordinaria con i lavoratori che decideranno autonomamente qual è la migliore soluzione per loro perché bisogna capire se si tratta dell’ultimo sacrificio verso un futuro con maggiori certezze o dell’ennesimo salto nel buio».


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