Procura, si insediano i nuovi quattro aggiunti Lo Voi: «Da oggi riprendiamo a pieno ritmo»

«Credo che basti ripercorrere le carriere dei quattro nuovi aggiunti per potere ritenere che da domani, anzi da oggi, già dal termine di questa udienza, la Procura riprenderà a pieno ritmo e regime tutte le sue attività. E sento di poter dire che le riprenderà con grande efficacia, che deriva innanzitutto da percettibili segnali di armonia che ho già raccolto tra loro stessi e da parte degli altri colleghi della Procura. Questa è davvero una bella giornata per la Procura di Palermo e per l’intero ambiente giudiziario di Palermo e del distretto». Queste le parole pronunciate dal procuratore capo Francesco Lo Voi questa mattina, in occasione dell’insediamento dei quattro nuovi procuratori aggiunti: Ennio Pretigni, Sergio Demontis, Paolo Guido e Marzia Sabella. Non sono mancati, però, i ringraziamenti a chi li ha preceduti in questo ruolo.

«Ringrazio pubblicamente i procuratori che hanno lasciato il loro incarico: Leonardo Agueci, andato in congedo da pochissimi giorni, Vittorio Teresi, che rimane nelle sue funzioni di sostituto procuratore della Repubblica e continua a lavorare nel nostro ufficio, Teresa Principato, che invece è stata trasferita alla Direzione Nazionale Antimafia e infine Maurizio Scalia, che continua anche lui a svolgere le sue funzioni di sostituto procuratore», dice Lo Voi. Il suo è un discorso intriso di gratitudine «per questi otto intensi anni passati insieme», anni in cui nessuno si è sottratto ai propri compiti. «Allo stesso modo ringrazio i colleghi sostituti procuratori che, con quello che non ho esitato a definire una mini invenzione ordinamentale, nel periodo in cui gli aggiunti precedenti non erano stati ancora rimpiazzati mi hanno aiutato nel ruolo non solo di coordinamento della Dda ma anche di altri importanti settori di lavoro».

Dopo i ringraziamenti, la scena è tutta per i nuovi proclamati. Si inizia, in ordine alfabetico, con Sergio Demontis: ha iniziato la sua carriera a Reggio Emilia come sostituo procuratore, per poi venire a Palermo nel ruolo di sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello in regime di applicazione, dove «già allora cominciò a manifestare la sua capacità e il suo impegno in complessi processi contro la criminalità organizzata – continua Lo Voi – ne ricordo uno fra tutti: il processo Akragas in cui gran parte degli imputati vennero condannati, venti di loro all’ergastolo». Passato nel 2003 alla Procura, si è occupato di processi per reati contro la pubblica amministrazione. Si è occupato anche di Misure di prevenzione e altri settori, per poi arrivare in Dda, dove tutt’ora svolge le funzioni di pubblico ministero in alcuni dei più rivelanti processi di mafia che hanno toccato numerosi mandamenti della provincia di Palermo e in particolare quello di Corleone. Si continua con Paolo Guido: «Anche lui non è un volto nuovo», torna a dire Lo Voi. È in Porcura a Palermo dal 1997, vent’anni. E lungo questo periodo, sin dal 2002, è stato inserito nella Dda, dove ha trascorso dieci anni della sua carriera. Occupandosi anche lui di tantissimi procedimenti di grande rilevanza, prevalentemente nell’area del trapanese, con riferimento ai mandamenti mafiosi di Trapani, Alcamo, Castelvetrano, Mazara del Vallo, con processi che hanno tutti avuto dei risultati importanti. Innumerevoli le indagini preliminari che ha seguito in questo ultimo periodo.

Poi c’è Ennio Petrigni, entrato in magistratura nel 1991. È stato inizialmente giudice, successivamente lo è stato a Sciacca, dove si è occupato sia di diritto del lavoro che di dibattimento penale. Poi è stato trasferito alla Procura, quando ancora esistevano due uffici distinti, per poi passare alla Procura unificata. «Si è occupato di un’ampissima quantità di patemi, tra i reati ambientali e quelli urbanistici ricordo la lottizzazione di Pizzo Sella, ma anche reati contro la pubblica amministrazione, grossi casi di corruzione, di truffe e allo stesso tempo mostrando la sua versatilità in casi di omicidio colposo». Per poi cominciare a seguire una serie di indagini in materia di mafia, tanto da essere inserito anche lui in Dda. Dulcis in fundo l’unica donna, Marzia Sabella: «Anche lei ha fatto un po’ di tutto nei suoi tanti anni alla Procura di Palermo, dove è arrivata nell’ottobre del 1994». Si è occupata delle famose indagini sul quartiere di Ballarò, dove si era scoperta una cricca che operava contro alcuni minori. Ma i risultati di maggiore pregio li ha ottenuti durante la sua permanenza in Dda: anche lei si è occupata di indagine e processi. «Ricordo di indagini sulla provincia mafiosa di Trapani e delle ricerche svolte per la cattura di numerosi latitanti, guarda caso tutti arrestati – dice con orgoglio Lo Voi – Ne cito solo uno, Bernardo Provenzano. Un risultato eccezionale raggiunto insieme ai colleghi Roberto Pignatone e Michele Prestipino».


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