Sudanese tenta far sbandare bus L’uomo avrebbe tentato suicidio

Per la procura di Palermo non ha nulla a che fare con un’azione terroristica ma ci sarebbe una depressione causata dalla morte della madre dietro al gesto del sudanese Hassan Kacem Nuh. Il 32enne secondo gli investigatori, avrebbe cercato di suicidarsi, ieri, facendo uscire di strada il bus della ditta Salemi che da Marsala viaggiava per Palermo, con trenta persone a bordo. L’uomo, bloccato da due militari in borghese che si trovavano sul pullman, è stato fatto scendere e interrogato. 

Agli uomini della Digos, che l’hanno poi arrestato, con l’accusa di tentato omicidio plurimo, avrebbe raccontato di volersi togliere la vita perché non superava il dolore per la morte della madre. Il sudanese si è alzato di scatto e ha afferrato il volante del mezzo facendolo sbandare pericolosamente. Per tutta la notte il migrante è stato interrogato al commissariato di polizia di Castellammare del Golfo. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. A seguire il caso è il pubblico ministero Gery Ferrara.

Il capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, ha telefonato ai due militari che ieri, mentre si trovavano, liberi dal servizio, su un bus di linea Trapani-Palermo, sono intervenuti per immobilizzare un sudanese che aveva tentato di aggredire il conducente per prendere possesso del volante e, presumibilmente, far uscire di strada il veicolo. «L’atto – spiega lo Stato Maggiore – avrebbe potuto avere gravi conseguenze se il malintenzionato fosse riuscito nel suo intento, poiché il bus si trovava in quel momento a percorrere un alto viadotto dell’autostrada A29. Il senso del dovere e le capacità maturate con l’addestramento hanno permesso ai due militari – un Sottufficiale dell’Aeronautica Militare e un Graduato di truppa dell’Esercito Italiano – di bloccare l’individuo fino all’arrivo della polizia». Il generale Graziano, ha trasmesso ai due militari le congratulazioni da parte di tutte le forze armate, elogiando la prontezza di spirito che avete dimostrato e per aver interpretato al meglio, con il vostro gesto, quel concetto – fondamento della condizione militare – di servizio ai cittadini e alla collettività».


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