Amministrative, ai ballottaggi senza apparentamenti Tutti i futuri sindaci dovrebbero avere la maggioranza

I premi di maggioranza vadano alle coalizioni a sostegno dei nuovi sindaci. Quando mancano poche ore alla scadenza dei termini per ufficializzare gli apparentamenti in vista dei ballottaggi di domenica prossima, nei sette Comuni siciliani interessati nessuno dei candidati sembra essere orientato – a meno di cambiamenti di volontà e sorprese dell’ultimo momento – ad apparentarsi con le liste perdenti al primo turno

L’interesse a fare alleanze ufficiali può servire soprattutto in caso di sconfitta al ballottaggio: infatti, se ci si presenta al secondo turno con apparentamenti tali da garantirsi una coalizione allargata al 50 per cento delle preferenze di lista espresse l’11 giugno si impedisce al vincitore di aggiudicarsi il premio di maggioranza, consistente nel 60 per cento dei seggi in consiglio. Tuttavia, che si tratti di fiducia nei propri mezzi, incompatibilità politiche o strategie per sorprendere gli avversari sul filo di lana, fino a ieri sera questo particolare caso non si è paventato in nessun Comune. Le motivazioni sono diverse caso per caso. 

A Trapani, per esempio, si registra un caso quasi unico. Mimmo Fazio, candidato di centrodestra, subito dopo la conclusione del primo turno ha dichiarato di non essere disposto a diventare sindaco, pur decidendo di non ritirarsi. Una scelta di certo particolare, frutto da una parte delle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto – su di lui pende al momento una richiesta di ripristino dei domiciliari in merito all’accusa di corruzione per il caso Morace – e dall’altra l’intenzione di non favorire il senatore Antonio DAlì, giunto terzo al primo turno e pronto a subentrargli nel caso di un ritiro ufficiale della candidatura. Se non bastasse, poi, ieri la situazione si è ulteriormente complicata, che ha portato l’altro candidato, il democratico Piero Savona, a chiedere una precisa interpretazione della normativa.

A Termini Imerese, invece, i due candidati Vincenzo Fasone e Francesco Giunta non dovrebbero coalizzarsi ufficialmente con nessuno. Nel Comune del Palermitano, data lo scenario venuto fuori al primo turno, gli apparentamenti in linea teorica potrebbero determinare coalizioni che superino il 50 per cento, ma nessuno dei protagonisti sembra essere interessato. Con l’attenzione generale che è concentrata sulle voci – e le relative repliche – in merito al rischio di incompatibilità per Giunta. A Sciacca, nell’Agrigentino, a contendersi la fascia di primo cittadino saranno Calogero Filippo Bono, che ha annunciato di non allearsi con nessuno, e Francesca Valenti. Ma, considerando l’indisponibilità all’unione del Movimento 5 stelle e la possibilità di apparentarsi soltanto per lo sconfitto Fabio Termine (con la lista Mizzica), sarebbe aritmeticamente impossibile creare coalizioni capaci di rappresentare la metà delle preferenze espresse al primo turno.

Possibilità che invece esisterebbe a Niscemi, nel Nisseno, dove, calcolatrice alla mano, sia Francesco La Rosa che Massimiliano Conti hanno numeri per garantirsi il paracadute in caso di sconfitta. «Sono disposto a dialogare con le altre forze – dichiara La Rosa – ma al momento non ho chiuso alcun accordo, in ogni caso ragiono su punti politici, non in base a calcoli matematici». Chiusura netta, invece, da parte di Conti. «Abbiamo già detto da tempo che non faremo apparentamenti – commenta -. La Rosa? Secondo me li farà, nonostante quello che dice». I candidati sconfitti al primo turno che potrebbero farsi spazio in tema di alleanze – ovvero coloro che hanno avuto liste capaci di superare lo sbarramento del cinque per cento – sono Carmelo Giugno, Luigi Cinquerrui e Roberto Cunsolo, con quest’ultimo però bloccato dallo statuto pentastellato.

In provincia di Siracusa, a Floridia, un apparentamento ufficiale c’è: la destra e la sinistra hanno trovato un accordo sul nome di Giovanni Limoli, che sfiderà il sindaco uscente Orazio Scalorino. L’apparentamento, però, non determinerà il raggiungimento del 50 per cento, ma ha ricevuto le critiche di Scalorino. «Si tratta di un progetto senza un’anima – dichiara a MeridioNews -. Con questo apparentamento il mio avversario ha escluso dal consiglio comunale i suoi candidati. Floridiani che lo hanno sostenuto, con più di 150 voti di preferenza, rimangono fuori dal consiglio comunale per sua scelta, per garantire quelli di un altro gruppo». Infine, a Palagonia e Scordia i ballottaggi si svolgeranno senza accordi: nel primo caso a sfidarsi saranno l’uscente Valerio Marletta e Salvo Astuti, mentre nella città delle arance rosse la disputa sarà tra Francesco Barchitta – che ha annunciato da giorni di correre da solo – e la pentastellata Maria Contarino.


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