Accenture, in 28 rischiano il licenziamento «Tim si riprende attività ma non i lavoratori»

«Noi 15 anni fa siamo stati esternalizzati da Telecom, durante il periodo dei capitani coraggiosi in cui c’è stata la privatizzazione. Siamo stati ceduti col motivo che l’attività che facevamo non era core business. Oggi Tim si riprende l’attività senza i lavoratori». È la denuncia di Giuliana Meoni, lavoratrice Accenture e Rsu per la Fistel Cisl, al presidio di questa mattina davanti la sede dell’azienda telefonica in via Pacinotti. Giuliana è una dei 28 addetti ai fogli paga di Palermo: nel 2002 l’allora Telecom cede – uno dei primi casi in Italia – il suddetto ramo d’azienda ad Accenture, multinazionale americana del settore. Adesso sono un centinaio gli specialisti in tutta Italia che rischiano dal 31 dicembre di perdere il proprio posto di lavoro. Anche a Palermo, dove i 28 ex dipendenti Telecom si ritrovano da 15 anni a lavorare su commessa. 

«Adesso l’attuale Tim ha deciso di internalizzare l’attività – spiega ancora Giuliana – con le stesse motivazioni per le quali ci hanno esternalizzato, cioè rende efficienti i processi aziendali e risparmiare i costi. Nei primi anni Duemila eravamo 450 in tutta Italia. Noi saremo licenziati a fine anno perché l’azienda presso la quale lavoriamo adesso non ha un piano B, così come hanno affermato nei tavoli nazionali». È facile immaginare che in questo arco temporale le tutele siano venute meno, così come il lento ma costante rodimento dei salari. «Come sempre – continua Giuliana – ma alla fine con gli ammortizzatori sociali e la concertazione si è arrivato sempre a garantire il livello occupazionale: sono state chiuse delle sedi, però i lavoratori sono stati accompagnati a una fase di prepensionamento. Oggi la situazione è diversa, oggi ci sono 100 persone (e relative famiglie) con età media intorno ai 45-50 anni che non hanno né la possibilità di andare in pensione né tanto meno, per quello che è il mercato del lavoro odierno, di trovare un altro impiego. Accenture non ha messo in campo in questi 15 anni, nonostante le richieste sindacali, un programma di riqualificazione, per cui noi oggi ci ritroviamo a fare quello che abbiamo sempre saputo fare e che anche a livello ufficiale è stato riconosciuto come valore aggiunto». 

Al presidio c’è chi rimpiange, con 35 anni di radicamento lavorativo alle spalle, mamma Sip. C’è chi ricorda il viaggio a Roma di qualche mese fa, esattamente il 22 marzo, quando una delegazione di 70 persone venne ascoltata dal Papa a piazza San Pietro. «Vorrei pregare con voi – disse il pontefice in quell’occasione – perché la mancanza di lavoro è una cosa molto brutta e togliere il lavoro è una cosa che il Signore non vuole perché è come se si togliesse la dignità di una persona. Il lavoro dà dignità e le persone fanno che negoziati sporchi e tolgono il lavoro alla gente fanno un peccato mortale». 

E c’è chi pensa di rivolgersi a Mina: la nota cantante ha recentemente prestato la propria voce a uno spot Tim; una scelta che non è andata giù agli ex lavoratori dell’azienda di telecomunicazioni, che ribadiscono come l’artista abbia anche una funzione sociale. Intanto per gli attuali lavoratori Accenture è previsto un incontro il 4 luglio, che l’azienda ha finora rimandato. «È palese quello che si è voluto fare – conclude Giuliana – con l’aiuto delle leggi dello Stato: si è voluta utilizzare la cessione del ramo d’azienda non per efficientare ma per buttare fuori i lavoratori». 


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