Un bene confiscato assegnato al Centro Pio La Torre Sarà la nuova sede, Lo Monaco: «Risultato sofferto»

Dopo dieci anni e la partecipazione a un bando comunale, il Centro studi Pio La Torre intitolato alla memoria del segretario del Pci, ucciso il 30 aprile 1982, ha una sede nel cuore della Piana dei Colli. «La struttura – sottolinea Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi – mira a portare avanti il progetto educativo con le scuole di ogni ordine e grado, l’assistenza legale alle vittime della mafia, e proporre disegni di legge, come quello contro la povertà».

Un appartamento di 160 metri quadrati immerso nel verde della Piana dei Colli, a pochi metri dalla centrale piazza Alcide De Gasperi, da oggi è questa la nuova sede del Centro Studi Pio La Torre, sorto nel 1986 ad Alcamo, per volere di alcuni compagni e amici del segretario del PCI. Un risultato sofferto e che ha visto diverse tappe prima di giungere all’inaugurazione avvenuta alla presenza del presidente del centro studi, Vito Lo Monaco, dell’assessore alle Politiche Sociali, Agnese Ciulla e ai tanti giovani, volontari e collaboratori che sono impegnati nelle tante attività sociali, educative e legate all’antimafia. 

«Per cogliere l’importanza del risultato – racconta Vito Lo Monaco – bisogna risalire alla storia del bene, posseduto fino al 1997 al costruttore Piazza che ne aveva fatto la sede della Raffaello Immobiliare», attività molto vicina a quell’area corleonese rappresentata dal boss Bernardo Provenzano. L’appartamento che rappresentava solo una parte del ricco patrimonio immobiliare, fu sequestrato con un provvedimento emesso dal Tribunale sezione Misure di Prevenzione, allora presieduto da Puglisi e poi arrivato alla confisca definitiva nel 2007. «Una serie di vicissitudini che ne hanno causato il totale abbandono e la messa a disposizione di tutti coloro che volevano partecipare ad un bando comunale per l’assegnazione del bene».

Dopo dieci anni di trafila burocratica e lungaggini, il Centro Studi ha ottenuto questo immobile molto luminoso e dove è già stata allestita una biblioteca consultabile, patrimonio del lavoro di Pio La Torre . «Sono soddisfatto – continua il presidente – perché abbiamo fatto tutto con le nostre forze, senza godere di alcun favoritismo. Tengo a ribadire come a volte ci siamo sentiti soli, nel 2016 avevamo avuto la promessa istituzionale di ricevere 220 mila euro, ridotti a giugno in 66mila euro e fino ad ora. Non nascondo che una sede più ampia dove realizzare un centro polifunzionale ci avrebbe fatto comodo, ma noi non molliamo e cercheremo di continuare tutte le nostre attività, soprattutto quelle con le scuole, abbiamo già pronto il Progetto Educativo Antimafia, supervisionato dal Miur, che presenteremo ai diversi istituti scolastici».

L’attività del Centro Studi Pio La Torre culmina il 30 aprile, data dell’anniversario dell’omicidio del segretario del partito comunista e del suo autista e amico Rosario Di Salvo, ma durante l’anno solare gode del sostegno e dell’entusiasmo degli studenti di diverse scuole, alcune di queste hanno partecipato anche alla giornata di festa.

«Sono felice di essere qui – racconta Mario Buscemi, alunno della scuola Ragusa Moleti – grazie al Progetto educativo antimafia abbiamo parlato in classe del sacrificio di Pio La Torre e abbiamo persino adottato la sua lapide e ogni anno ci preoccupiamo di pulirla e renderla dignitosa e bella. Quest’anno abbiamo anche partecipato alla manifestazione del 30 aprile che si è tenuta al teatro Biondo, è stato molto emozionante e ho sentito dentro di me un alto valore di giustizia».

A accompagnare i ragazzi della scuola elementare di corso Calatafimi, diverse insegnanti: «Il nostro percorso della Legalità viene sviluppato all’interno delle quarte e delle quinte elementari – spiega Giovanna Noto, insegnante – perchè i bambini hanno l’età giusta per comprendere i concetti di legalità, giustizia, libertà e affermazione dei diritti. Credo che i miei alunni hanno percepito Pio La Torre come un siciliano, valoroso, che ha cercato di affermare i diritti contro ogni genere di sopraffazione, poi incontrare il presidente Lo Monaco e oggi visitare il Centro, è servito loro per rendere e percepire concretamente i diversi insegnamenti. Il prossimo anno – conclude – sicuramente affronteremo in modo dettagliato il tema dei beni confiscati».


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