Scontri comizio Renzi, denunciati 13 palermitani  I centri sociali replicano: «Tenuti lontani da G7»

Sono trentanove le persone denunciate nei giorni scorsi dalla questura di Catania nell’ambito delle indagini sugli scontri avvenuti l’11 settembre 2016 di fronte alla Villa Bellini dove era in corso l’intervento del premier in carica Matteo Renzi a chiusura della Festa nazionale dell’Unità. Quasi tutte appartengono a gruppi antagonisti. I reati ipotizzati sono, tra gli altri, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Tra queste ci sono tredici antagonisti dei centri sociali Anomalia ed ExKarcere di Palermo. Insieme a loro anche undici militanti del locale gruppo antagonista Aleph, quattro aderenti al collettivo catanese Liberi Pensieri Studenteschi, cinque ultra del Catania Calcio, due militanti del centro sociale Rialzo di Cosenza, due aderenti al centro sociale Insurgencia di Napoli, un antagonista del Collettivo Universitario Autonomo di Bologna e un militante del collettivo Marzolo Occupata di Padova del gruppo Gramigna.

La Questura di Catania riferisce che oltre ad emettere anche undici avvisi orali per i principali leader di Aleph  e Liberi Pensieri Studenteschi   – circostanza che viene negata dagli studenti –  e nei confronti di due ultras del Catania. Ha anche adottato, riferisce ancora la nota, diciassette divieti di ritorno nel capoluogo etneo per la durata di un anno nei confronti di militanti antagonisti non etnei. Di questi, dodici sono stati indirizzati ad appartenenti ai centri sociali ExKarcere e Anomalia di Palermo.

 E in mattinata è arrivata anche la replica dei centri sociali del capoluogo regionale: «Ci teniamo a specificare che, anche se motivati ufficialmente dalle indagini scattate successivamente a quella legittima manifestazione popolare, l’iniziativa della Questura di Catania non è odierna ma risale a più di dieci giorni fa». «L’obiettivo – affermano – è quello di evitare la presenza di persone sgradite al corteo che sabato ha attraversato Giardini Naxos contro il G7». 

Gli avvisi, confermano dalla questura, sono stati portati a conoscenza degli interessati poco più di una settimana fa: «Non c’è nessun segreto  – affermano  – i soggetti destinatari del provvedimento erano a conoscenza delle denunce così come i loro avvocati. Il comunicato è stato diffuso oggi. C’è stata un’indagine che ha portato prima alla denuncia di queste persone e poi successivamente sono stati fatti gli avvisi orali poco prima del G7. Gli avvisi orali si fanno anche per evitare che determinate persone possano mettersi nelle condizioni di commettere reati dello stesso tipo».  


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