Caso Forello – Inpa, la replica del sindaco di Bagheria «Nel 2016 non sapevo chi fosse e suo ruolo in società»

«È vero. Eravamo io, un armatore e un esponente di partito inserito in un ufficio di gabinetto dell’assessore». Ironizza così Patrizio Cinque, il sindaco pentastellato di Bagheria, prendendo a prestito personaggi e fatti della recente bufera che si è abbattuta sulla campagna elettorale trapanese. Ironizza per replicare alla questione sollevata ieri da un articolo del giornalista nisseno Gianpiero Casagni sul settimanale 109 riguardo a un Ugo Forello non solo avvocato, ma imprenditore milionario e maggior azionista dell’Inpa spa, attiva nel settore dei tributi. Società fra i cui committenti vanterebbe anche il Comune di Bagheria, che l’avrebbe ingaggiata per la riscossione delle bollette relative alla distribuzione idrica, servizio internalizzato dalla stessa amministrazione in carica. Fatto per cui in molti, compreso il senatore Francesco Campanella, dal passato pentastellato, lamentano una poca trasparenza e un conflitto d’interesse.

«Il piano è semplice. Ho fatto vincere Forello, prima ancora che fosse attivista del M5s, perché il mio piano prevedeva che poi vincesse le comunarie e si presentasse come candidato sindaco di Palermo. Abbiamo dovuto fare la gara ad evidenza pubblica per evitare di sembrare come gli altri partiti che salvano le banche del papà. Ma siamo ancora più malvagi – continua a scherzare il sindaco bagherese – Il piano nasce negli anni ‘90, quando a soli cinque anni feci vincere la stessa gara all’Inpa sempre nel Comune di Bagheria. Già in quel tempo covavo l’idea di accrescere la forza della società di Forello per farlo arrivare 25 anni dopo a vincere le comunali di Palermo. Ovviamente il mio piano di conquista del mondo, con gare ad evidenza pubblica, non finisce qui ma non posso svelare i miei piani perché adesso devo andare al Bingo».

Ma scherzi a parte, Patrizio Cinque spiega a MeridioNews come, ancora una volta secondo lui, sia stato sollevato un polverone per alimentare le polemiche sul partito pentastellato palermitano, già messo in ginocchio dalle faide dei mesi scorsi: «Non sapevo che fosse di Forello – dice, riferendosi all’Inpa – E non sapevo neanche chi fosse Forello, perché forse non era neppure attivista del M5s a Palermo all’epoca. Lui l’ho visto solo una volta ad Addiopizzo. Ma stiamo parlando del 2016, se non erro, epoca in cui non si parlava neppure di comunali a Palermo». Prima di allora, la stessa società aveva già vinto una gara negli anni ’90 sempre col Comune di Bagheria, epoca in cui, seguendo anche la fantasiosa ricostruzione del sindaco Cinque, sembra difficile che i due potessero conoscersi e mettersi d’accordo per future collaborazioni poco trasparenti. «La cosa è un po’ ridicola – ribadisce il primo cittadino bagherese – Per questo ho voluto rispondere con una dichiarazione ridicola».

A montare la polemica sarebbe stata proprio la considerazione che Forello, che si è sempre narrato come un avvocato, oltre che come uno dei fondatori di Addiopizzo, sarebbe in realtà un imprenditore di successo, un milionario con oltre otto milioni di azioni, grazie a una società che è stata definita, sempre dal senatore Campanella, «un’Equitalia piccola piccola ma non troppo». Una contraddizione in termini, insomma, fra i proclami su cui si fonda il movimento di Beppe Grillo, uno su tutti quello della trasparenza, e l’agire dei singoli attivisti. Nel frattempo, il candidato alla poltrona di primo cittadino a Palermo continua a tacere sulla questione. 


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