Si allarga squadra di assessori di Ferrandelli Todaro alla Legalità, Arnetta all’Innovazione

L’appuntamento elettorale dell’11 giugno si avvicina a grandi passi e all’interno delle coalizioni sono in corso febbrili trattative per definire le squadre di assessori. Stamattina il leader dei Coraggiosi Fabrizio Ferrandelli ha presentato Giuseppe Todaro, che nell’eventuale giunta di centrodestra avrà la delega alla Legalità e trasparenza della Pubblica Amministrazione, e Alessandro Arnetta, all’Innovazione e smart city. Si aggiungono a Rosi Pennino (Politiche sociali) e Giuseppe Labita (Fondi europei). Nel pomeriggio toccherà al rivale Leoluca Orlando, che presenterà i primi quattro designati. 

Proprio dal tema della legalità parte Todaro, che offre un ramoscello d’ulivo al volto dei Cinque Stelle Ugo Forello, visti i trascorsi comuni nella lotta al racket dell’estorsione grazie ad AddioPizzo: «Questi ragazzi li conosco da sempre, fui io la loro prima denuncia. E non mi dimentico chi c’era con me, non posso dimenticarlo», esordisce l’imprenditore, uomo di Confindustria e vicepresidente della Gesap guidata dall’orlandiano Fabio Giambrone. Una sfida nella sfida. «La loro limpidezza non è in discussione – prosegue -, anche sulla loro correttezza non ho dubbi. La candidatura di Forello è legittima, forse uno dei pochi difetti è stato il mancato ampliamento della gamma degli avvocati, in un certo momento c’è stata troppa concentrazione». 

«Non ho risposto a Orlando che mi ha attaccato duramente, non lo farò con Ugo, a cui volevo e voglio bene – aggiunge Todaro -. Ripeto, la sua candidatura è legittima, eviterei di cadere in polemiche su poteri occulti che non gli appartengono e non sono nel suo modus operandi. Lui conosce la mia storia, sa quanta gente ho portato da lui, sa benissimo, per averlo visto in prima persona, che io sconti non ne ho mai fatti a nessuno in vita mia. C’è qualche coglione che pensa che essere scortati sia un piacere. Ripeto, eviterei le polemiche, anche lui forse qualche peccatuccio ce l’ha, nulla comunque che riguardi la sua onestà». 

Poi Todaro rievoca la sua storia: «Nel 2010 decisi di denunciare e andai a togliermi la vergogna che avevo addosso: da dieci anni pagavo il pizzo e allora ho fatto una scelta. Che è stata faticosa, ma lo rifarei di nuovo». Battaglie che Todaro ha condotto anche all’interno della società aeroportuale: «Ho attaccato Helg in tempi non sospetti. Alcuni amici mi hanno difeso sui giornali, mi dissero che era l’uomo più potente dell’antimafia, risposi che era una mia idea. Entrai in Gesap in un momento particolare, alcuni non gestivano bene l’azienda».

Nessuna contraddizione, secondo l’imprenditore antiracket, con la scelta di entrare a far parte di un progetto sostenuto da un big sponsor come Totò Cuffaro, reduce da una lunga detenzione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. «Ho deciso di aiutare Fabrizio perché vorrei che i miei figli rimanessero a Palermo. Ho tanti amici che hanno figli che vanno via, cosa diventerà Palermo continuando così? Come faccio a stare con Cuffaro, Miccichè e Romano? Io sono con Fabrizio. Valutiamo i fatti. Evidentemente le forze politiche che ora sostengono Fabrizio, e che lui ha sempre combattuto e attaccato, hanno capito che forse il loro progetto non era giusto e ne serviva uno diverso». Todaro para anche l’assalto sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto lo stesso Ferrandelli, indagato per voto di scambio politico-mafioso: «Ha fatto una scelta difficile, che non fa quasi mai nessuno. Ha deciso di rispondere ai pm, si è buttato nel vuoto. Poi si dimise dall’Ars rinunciando alla pensione. Chapeau».

È la volta poi di Arnetta. Con lui Ferrandelli punta a creare a Palermo «il più grande incubatore di start up del Mediterraneo – spiega l’ex deputato regionale -. Vogliamo che Palermo diventi una smart city come Torino, Brescia, Milano, vogliamo che gli imprenditori vengano a investire nel nostro territorio. Sono due nuovi assessorati, la città non li aveva. Tutta l’azione amministrativa che intendiamo intraprendere sarà per creare nuove opportunità di sviluppo lavorativo. Su questo pilastro vogliamo battere in maniera incessante». 

«Abbiamo tanti talenti sparsi per l’Italia e l’Europa – sottolinea Arnetta -. A Milano, Torino, Londra. Per stare lì pesano sulle loro famiglie. Ho un bambino di 5 anni e il pensiero che un giorno anche lui dovrà andare via mi fa paura. Per questo da anni lavoro con le start up, dobbiamo rompere le barriere. Ci sono ragazzi che lavorano 24 ore al giorno e che hanno tanta voglia di fare. A costo zero possiamo fare tanto per la nostra città».

«La sua, come quella di Todaro, che non ha bisogno di presentazioni, è una scelta non sull’appartenenza, ma sulla presenza in questioni che riteniamo vitali – insiste Ferrandelli -. Chi sarà nella mia squadra ha guadagnato sul campo le ‘medagliette’. Quella di Arnetta è la storia di un imprenditore palermitano che porta fuori le proprie aziende ma che poi decide di scommettere sul proprio territorio, tornando a Palermo per creare uno dei più grandi incubatori di start up sul nostro territorio, provando a dare lavoro a tante persone». Poi l’affondo a Orlando: «Dall’altra parte troviamo un atteggiamento differente. Se noi portiamo una squadra all’attacco per aggredire mercati e opportunità, dall’altra parte più che ‘facciamo squadra’, si vede un ‘cambiamo squadra’. In genere squadra che vince non si cambia, qua invece è il contrario. Se dall’altra parte si pensa a un assessore alle tasse, qua noi pensiamo a una giunta tutta proiettata allo sviluppo e alle nuove opportunità».


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