Mercati, pronta una rivoluzione per il suq di Ballarò Via a un tavolo tecnico-politico per regolamentarlo

Primo, formale passo per trasformare il mercatino abusivo dell’Albergheria in un mercato del libero scambio e dell’usato. La giunta Orlando ha approvato un atto di indirizzo che dà il via libera al lungo e complesso iter burocratico per riportare sui binari della legalità quello che ad oggi si presenta come un autentico avamposto dell’inciviltà. 

«Non si può disconoscere che, nel limitrofo quartiere dell’Albergheria – scrive la stessa amministrazione nella delibera -, si svolge quotidianamente, ma in particolare nel fine settimana, un mercato dell’usato che ha assunto proporzioni tali da costituire un grave problema per la popolazione residente, in termini di sporcizia, traffico, rumori ed accesso alle proprie abitazioni. La genesi di questo fenomeno è da ricondurre principalmente alle condizioni di estremo bisogno dei soggetti che vendono merce usata ma ad essi si affiancano taluni soggetti che utilizzano il mercato per vendere merce rubata o contraffatta, cui polizia municipale e forze dell’ordine hanno frequentemente opposto azioni di contrasto».

Una situazione ormai insostenibile più volte denunciata da Meridionews. Anche perchè dopo i blitz delle forze dell’ordine puntualmente i mercatari abusivi rispuntano come funghi nell’arco di 24-48 ore, vanificando qualunque azione di contrasto. Per questo ora il Comune prova a cambiare strategia sulla scorta dell’esperienza raccontata durante l’ultima assemblea pubblica a San Saverio da Ilda Curti, ex assessore all’Integrazione con le giunte Chiamparino e Fassino che, al termine di un lavoro durato anni, è riuscita a trasformare il mercatino abusivo di Porta Palazzo/Balòn in una zona commerciale ordinata e delimitata, con accesso limitato agli autorizzati, anagrafe dei mercatari e dei mezzi di trasporto (con censimenti aggiornati ogni tre anni) e formazione su norme, ordinanze e regolamenti, obbligo di pulizia e raccolta dei rifiuti.

«Il primo passo – spiegava Curti – è distinguere tra chi vende merce legale in modo irregolare e chi vende merce illegale: questi sono fuori a prescindere. A Torino abbiamo acquisito di settimana in settimana la fiducia dei mercanti, che hanno anche fondato un’associazione. Certo, ora che il sistema è entrato a regime le forze dell’ordine impiegate non sono massicce ma all’inizio qualche azione di forza è stata necessaria».

La proposta dell’associazione Sos Ballarò, che da anni si batte per la rinascita del quartiere, è proprio quella di partire dall’esperienza torinese per riprodurla a Palermo con i dovuti accorgimenti, senza arrivare a proibire del tutto un mercatino che di fatto è un ammortizzatore sociale reale. Verrà quindi costituito «un gruppo di lavoro tecnico-politico formato da una rappresentanza dei seguenti rami dell’amministrazione – scrive Palazzo delle Aquile -: Gabinetto del sindaco, Attività Produttive, Cittadinanza Sociale, Ambiente, Polizia Municipale, Viabilità, Partecipazione e Rap. Inoltre, l’assessore all’Innovazione Tecnologica Gianfranco Rizzo avvierà un percorso di coinvolgimento dell’Università, finalizzato ad un approfondimento del fenomeno, di natura antropologica, sociologica, architettonica, storica, psicologica ed economica».

Nella bozza di regolamento alcuni punti saldi saranno: l’individuazione di un’area «a condizione che sia delimitata rigorosamente e difesa militarmente e senza deroghe. Quest’ultima non sarà contigua a facciate di palazzi e marciapiedi e l’accesso ai venditori non professionali sarà consentito tramite riconoscimento e autocertificazione non delegabile. Saranno previste una differenziazione per tipologia merceologia e l’assegnazione di postazioni numerate».

«Non possiamo che essere felici di questo passaggio – spiega Massimo Castiglia, animatore di Sos Ballarò -. È un’operazione molto complessa e per questo abbiamo chiesto una delibera di indirizzo da parte dell’amministrazione. È un processo che va seguito passo dopo passo per costruire una reale solidarietà con gli abitanti del quartiere che sono esausti». Per questo l’associazione ha dato vita ad un’equipe con alcuni ricercatori universitari che giorno dopo giorno dialoga con i mercatari per confrontarsi sul processo di formalizzazione dell’area da destinare al mercato «che dovrà comunque essere ben delimitata e soprattutto ridotta, con giorni e orari precisi di apertura e chiusura», aggiunge Castiglia. Il 28 aprile è fissato un altro incontro tra i commercianti, sia italiani che stranieri, l’associazione e i ricercatori. 

Il progetto prevede l’iscrizione ad un apposito registro e l’istituzione di un’associazione composta dai commercianti che operano nella zona. «Ognuno avrà un cartellino con nome e cognome oltre al numero identificativo – precisa – e tutti dovranno firmare un’autocertificazione dove affermano di non vendere merce rubata». La ricettazione infatti è l’altra grande macchia del mercatino abusivo. Sos Ballaró non lo nega ma sottolinea come l’operazione di regolarizzazione possa essere un valido deterrente. Altro capitolo è quello della pulizia dell’area: «Saranno gli stessi mercatari a incaricarsene – conclude Castiglia -, la Rap dovrà limitarsi a svuotare i contenitori».


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