Mafia e antimafia, 150 anni di storia nel saggio di Di Vita «Per raccontare persona comune e non il personaggio»

Dai delitti eccellenti alle testimonianze dei familiari delle vittime, dalle complicità ai depistaggi: si articola lungo 150 anni di storia il saggio Mafia e antimafia. Dai personaggi alle persone, scritto da Pippo Di Vita e pubblicato dalla casa editrice palermitana Mohicani Edizioni. Il libro è stato presentato nell’atrio di Palazzo delle Aquile, a Palermo, tra una folla di studenti delle scuole di Corleone, Monreale, Bastia Umbra. Tra loro, i numerosi familiari delle vittime di mafia, come Alfredo Morvillo, fratello della moglie di Giovanni Falcone, recentemente al centro del dibattito antimafia per le divisioni sorte tra le due famiglie e la scelta di ritirarsi dall’omonima fondazione. «Non c’è nessuna attinenza con eventuali spaccature in seno al fronte antimafia – dice – a determinare la scelta della nostra famiglia è stato un fattore squisitamente privato che dopo tanti anni abbiamo voluto concretizzare. Sul resto, preferisco non commentare le parole di nessuno o addentrarmi in questo campo».

E davanti a tanti studenti accorsi per ascoltare le testimonianze antimafia aggiunge: «A partire dal 1992 l’impegno delle scuole è stato enorme, non era così quando ero studente io». La presentazione del libro è stata preceduta da un momento privato a Palazzo delle Aquile durante il quale i tanti studenti presenti hanno ascoltato le testimonianze di alcuni familiari delle vittime di mafia: dai coniugi Agostino al nipote di Placido Rizzotto, da Giulio Francese ai familiari del commissario Boris Giuliano.

«Nel volume, come in questa sede, si intrecciano passato e futuro – spiega l’autore, Pippo Di Vita – qui ci sono sono studenti non siciliani che magari della mafia hanno sentito parlare da qualche giornale o fiction e che qui hanno potuto intervistare i familiari e ascoltare dalla loro stessa voce la storia. A questo si deve il titolo Dai personaggi alle persone, mi interessava raccontare la persona comune abbandonata dal silenzio degli onesti e non il personaggio». Durante la mattinata ai familiari sono stati donati dei calligrammi, cioè delle poesie scritte in modo da rappresentare un ritratto dei giornalisti, politici, magistrati, sindacalisti uccisi da cosa nostra e realizzati dagli studenti della scuola di Corleone.

Al dibattito, moderato dalla giornalista Ambra Drago, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, lo scrittore Vincenzo Ceruso e il presidente del centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, che ha detto agli studenti: «Siete gli eredi di una grande lotta del Paese, impegnatevi per la lotta e il cambiamento sociale». Il volume è preceduto da una prefazione del giornalista Sandro Provvisionato, esperto di misteri italiani ed è suddiviso in due parti: nella prima l’autore spiega la nascita, l’organizzazione e il successo della mafia, il suo stretto rapporto con la politica, senza la quale non potrebbe e non può esistere. 

Nella seconda racconta l’antimafia attraverso le voci dei suoi protagonisti, i familiari e gli amici delle vittime, come Sonia Alfano, Antonella Azoti, Rita Borsellino, Laura Cassarà, Giovanni Chinnici, Michele Costa, Franca De Mauro, Maria Falcone, Fabio Francese, Emanuela Giuliano, Giovanni Impastato, Carmine Mancuso, Alfredo Morvillo, Placido Rizzotto, Roberto Saetta e Antonio Scaglione.


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