Il Palermo, relegato nei bassifondi della classifica e reduce da quattro sconfitte consecutive, cerca in casa del Milan un'impresa simile a quella compiuta dai rosa in diverse occasioni nel passato più o meno recente. Confermato il 3-5-2, in attacco ci sarà Diamanti. Rebus portiere: Fulignati favorito su Posavec
I rosanero non alzano ancora bandiera bianca Lopez: «Ho fiducia, questa squadra ha reagito»
Tre vittorie, tutte con il risultato di 2-0, nelle stagioni 2006/07, 2009/10 e 2014/15. Tre indizi fanno una prova e dimostrano che il Palermo sa come si batte il Milan a San Siro. Sa come dare del filo da torcere ai rossoneri. C’è però un aspetto da non sottovalutare e non è un fattore secondario: il livello delle formazioni rosanero che si sono imposte alla Scala del Calcio non è affatto paragonabile a quello del Palermo attuale. La compagine di Lopez, con un piede e mezzo in serie B a otto giornate dal termine del campionato, non ha il miglior Amauri, Miccoli o Dybala (i tre protagonisti dei prestigiosi successi citati prima) e, sulla carta, non ha i mezzi tecnici per potere compiere un’impresa ribaltando i pronostici della vigilia. Eppure, il conforto della cabala può essere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. La barca è in grande difficoltà ma, in occasione del match in programma domani al Meazza contro il Milan, il supporto di una tradizione favorevole può essere per l’equipaggio rosanero un utile compagno di viaggio.
Pur essendo sull’orlo del baratro, gli uomini di Lopez sono ancora vivi. La squadra, reduce da quattro sconfitte di fila (e 13 gol subiti in queste quattro gare prese in esame), non ha alcuna intenzione di gettare la spugna e, dopo avere racimolato un solo punto negli ultimi sette turni, domani pomeriggio scenderà in campo con la voglia di invertire il trend negativo. Basterà questa voglia per tornare a casa con qualche punto? L’ostacolo non è di quelli più agevoli. Nonostante il mezzo passo falso di Pescara che ne ha frenato la corsa verso un posto in Europa League, il Milan resta una compagine di prima fascia, costruita per obiettivi importanti. Non è certamente la corazzata dei tempi d’oro dell’era Berlusconi ma è una squadra temibile con giocatori in grado di spostare gli equilibri di una partita.
E in questo contesto va inserito il buon lavoro di Montella. Il tecnico campano, costretto a fare quotidianamente i conti con una situazione di incertezza legata ai tempi del passaggio di proprietà, ha saputo toccare le corde giuste ed è riuscito a dare al gruppo un gioco ed una precisa fisionomia. «Affronteremo una squadra che sta giocando bene, al di là del risultato di domenica scorsa determinato da qualche episodio, e guidata da un ottimo allenatore – ha sottolineato Lopez – andremo a Milano consapevoli che servirà una grande prestazione ma sono fiducioso perché in questi giorni i miei giocatori si sono allenati molto bene e hanno reagito nel modo giusto alla mazzata subita contro il Cagliari, una gara nella quale siamo mancati e nella quale dovevamo assolutamente fare punti». Il tecnico uruguaiano fa leva sull’atteggiamento positivo della squadra: «Non abbiamo gettato la spugna, chi molla neanche lo porto con me. Io sono uno che ha sempre lottato anche nei momenti di difficoltà. Non bisogna arrendersi, dobbiamo continuare a combattere anche per rispetto nei confronti della maglia che portiamo. Una maglia che va onorata».
Il tecnico sembra intenzionato a dare continuità alla formula (3-5-2) adottata domenica scorsa. In attacco, a supporto di Nestorovski, ci sarà spazio dal primo minuto per Diamanti, regolarmente a disposizione in virtù della riduzione da due a una giornata della squalifica inflitta dal giudice sportivo in seguito all’espulsione rimediata a Udine lo scorso 19 marzo. A centrocampo, reparto privo dello squalificato Gazzi, semaforo verde per Bruno Henrique, sereno e concentrato nonostante la notizia di ieri relativa ad un suo presunto coinvolgimento nella vicenda che riguarda l’emissione di false pratiche per ottenere la cittadinanza italiana. Rebus portiere: dovrebbe essere confermato Fulignati ma, in assenza di gerarchie, l’opzione Posavec non può essere scartata a priori.