Bellolampo e il progetto della settima vasca Rap presenta il piano allargamento discarica

Dopo un’attesa durata mesi, la Rap ha finalmente depositato il progetto della settima vasca della discarica di Bellolampo, consegnato al dirigente Maurizio Pirillo per l’avvio dell’iter di approvazione e l’ottenimento dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Il progetto, interamente realizzato in house da un gruppo tecnico dell’azienda, è finalizzato a realizzare una nuova zona destinata ad accogliere rifiuti non pericolosi. L’immondizia  conferita sarà prioritariamente quella pre-trattata nell’impianto di trattamento meccanico-biologico (TMB) di Bellolampo, oltre a quelli provenienti da impianti di selezione convenzionati con l’Azienda.

La vasca prevede uno sviluppo in due lotti, idraulicamente indipendenti, uno a valle e uno più a monte. L’abbancamento dei rifiuti avverrà partendo dal primo, si passerà successivamente al secondo e quindi ad impegnare la sella tra il primo e il secondo. La nuova discarica avrà una volumetria di circa 960mila metri cubi, col raggiungimento della quota sommitale di 544 metri s.l.m., per consentire lo smaltimento di circa 785.400 tonnellate di rifiuti. La settimana vasca sarà dotata di un impianto di stoccaggio del percolato della capacità di accumulo di circa 4.400 metri cubi. 

Il sistema di impermeabilizzazione del fondo della settima vasca, la rete di raccolta, drenaggio e di collettamento del percolato, compreso i relativi sistemi di pompaggio e allontanamento del attraverso autocisterne, sono stati progettati applicando le migliori tecniche disponibili e prevedendo i necessari presidi di sicurezza atti a salvaguardare le matrici ambientali (suolo e sottosuolo) del sito in questione. Il progetto dell’opera prevede, anche, l’intercettazione e il trattamento delle acque meteoriche di dilavamento e ruscellamento, oltre alla raccolta e al trattamento delle acque piovane che insistono sulle strade e i piazzali percorsi dai mezzi d’opera e dai mezzi di trasporto.

A conferire a regime nella discarica sono i comuni di Palermo e Ustica e l’aeroporto Falcone e Borsellino che ricade nel territorio di Cinisi. Il ciclo di vita della nuova vasca è stimato in 3-4 anni, calcolati in base agli attuali ritmi di conferimento. L’aumento della percentuale di differenziata, con la conseguente riduzione del conferimento di indifferenziato, porterà ad un allungamento della vita della discarica o alla possibilità di accogliere i rifiuti urbani residuali (RUR) prodotti nell’ambito della SRR Palermo Area Metropolitana, anche alla luce dei principi di autosufficienza e di prossimità nella gestione dei rifiuti. I lavori, il cui costo previsto è di circa 23 milioni, dureranno un anno dall’appalto dei lavori che potrà avvenire dopo l’approvazione del progetto da parte del DRAR.

«Dopo aver offerto al territorio metropolitano e alla regione la VI vasca come strumento per superare l’emergenza regionale e per supportare lo sforzo di tanti comuni – afferma il sindaco Leoluca Orlando – oggi avviamo l’iter per la nuova vasca che speriamo ci permetta di garantire tutti i servizi senza soluzione di continuità. È ovvio però che l’impegno di tutti per l’aumento della raccolta e dello smaltimento differenziato deve rimanere prioritario, come contributo a ridurre il nostro impatto sull’ambiente e per poter anche avere servizi migliori. Un plauso va ovviamente alla Rap, che con professionalità interne ha redatto questo importante progetto».

Per il Presidente della Rap Roberto Dolce «è stato importante aver realizzato il progetto con un gruppo tecnico interno all’azienda, riducendo i costi e valorizzando le professionalità presenti. Questa vasca – prosegue Dolce – deve nascere con una logica nuova, con una visione di economia circolare e di recupero di materia – aggiunge il presidente della Rap Roberto Dolce. Nel tempo che ci separa dall’entrata a regime della nuova vasca la RAP sarà impegnata su più fronti perché aumenti in città, da parte di enti, cittadini ed attività commerciali, la consapevolezza e la pratica della raccolta differenziata, facendo in modo che a finire in discarica sia una parte residuale non riciclabile. La sfida resta quella di raggiungere nel minor tempo possibile percentuali sempre più alte di differenziata. Siamo coscienti del fatto che la strada è lunga ma abbiamo iniziato a percorrerla».


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