Continua la programmazione di mostre d’arte contemporanea all’interno dello ZAC. Prossimo appuntamento il 23 aprile con il celebre artista e attivista cinese impegnato sul fronte dei diritti umani. Negli stessi giorni a Palermo si svolgerà anche l’Assemblea generale di Amnesty International Italia
Cantieri Zisa, arriva la mostra di Ai Weiwei Odyssey, progetto sui migranti e i rifugiati
In attesa di Manifesta, la biennale d’arte itinerante che partirà il 15 giugno del prossimo anno e si protrarrà fino al 4 novembre, continua la programmazione di mostre di arte contemporanea all’interno dello spazio Zac ai Cantieri Culturali alla Zisa. Prossimo appuntamento il 23 aprile con Odyssey, l’installazione realizzata da uno degli artisti più famosi, ammirati e discussi al mondo, ovvero Ai Weiwei. L’artista e attivista cinese – celebre per le sue battaglie per i diritti umani e per essersi opposto al regime del suo paese, scontando anche il carcere – è stato recentemente impegnato in una grande retrospettiva a Palazzo Strozzi a Firenze, dal titolo Ai Weiwei. Libero. Una mostra che ha fatto molto discutere critica e pubblico per via dei ventidue gommoni di salvataggio arancioni collocati sul prospetto del palazzo, come simbolo e denuncia dell’emergenza umanitaria della migrazione.
Odyssey, che interesserà l’intera superficie dello Zac per circa millemetri quadrati, è un lavoro incentrato sui rifugiati e i campi profughi del mondo, frutto di un’attenta riflessione che, partendo dallo studio dei primi spostamenti di massa degli esseri umani che risalgono al Vecchio Testamento, analizza la cornice storica, politica e sociale in cui la crisi dei rifugiati – che rappresenta il focus della sua ricerca – si sviluppa. Ma soprattutto, è un progetto che tocca l’artista in prima persona: «ho pensato alla mia esperienza come rifugiato – dichiara Ai Weiwei –. Quando sono nato, mio padre, Ai Qing, è stato denunciato come nemico del partito e del popolo. Siamo stati mandati in un campo di lavoro in una regione remota lontano da casa. È un’esperienza terribile essere considerato straniero nel tuo paese, nemico della tua gente e delle cose che più mio padre amava».
L’interesse da parte dell’artista per lo studio di questo tema nasce già nel 2011, anno del suo arresto, ma può concretizzarsi solo nel 2015 quando gli viene restituito il passaporto e la possibilità di viaggiare fuori dalla Cina per visitare i campi profughi di diversi paesi, tra cui Grecia, Turchia, Libano, Giordania, Israele, Gaza, Kenya, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Bangladesh e Messico. La mostra palermitana è promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e da Amnesty International Italia. Non a caso, dal 23 al 25 aprile si svolgerà nel capoluogo siciliano la XXXII Assemblea generale di Amnesty International Italia, il massimo momento deliberativo dell’Organizzazione per la tutela dei diritti umani, che ha scelto quest’anno la Sicilia, terra di approdo e di incontro tra popolazioni, con lingue e culture millenarie diverse, per la cornice dei propri messaggi in favore dei diritti umani.