Mobilità, ecco il futuro del trasporto urbano «A fine mese bando per nuove linee del tram»

Mobilità dolce, interconnessione tra vari mezzi di trasporto, collegamenti tra città e area metropolitana, smart city. Ma anche novità importanti su alcuni servizi già attivi in città. Di tutto questo si è parlato nel seminario sulla mobilità sostenibile promosso dai Rotary Club dell’Area Panormus che si è svolto questa mattina all’Università di Palermo

Gli interventi, vertono principalmente sulle azioni volte a potenziare l’intermodalità nei nuovi modelli di trasporto urbano e sull’innovazione. Un esempio è dato dal servizio di car sharing, passato in 8 anni da meno di 500 abbonati a 4500 iscritti, con un servizio che è ai primi posti per utilizzo a livello nazionale. L’intervento sul car sharing sarà operativo entro fine anno, quello sul bike sharing entro metà 2018.

Sempre sul fronte della mobilità dolce «il Comune – come afferma Roberto Biondo, dirigente dell’ufficio Traffico – sta progettando di implementare la flotta di bici con quelle a pedalata assistita, mentre a livello infrastrutturale entro fine aprile verrà emanata un’ordinanza relativa alla realizzazione di una pista ciclabile in viale del Fante».

Il leit-motiv è il fatto che «per fare una rivoluzione urbanistica serve una citta arcipelago, cioè un sistema dove si studino non solo le isole (i nodi della città), ma anche i canali e quindi le loro relazioni», spiega il professore Maurizio Carta. «Bisogna tener conto – aggiunge Francesco Miceli, presidente provinciale dell’ordine degli Architetti – di cosa è la città oggi. Ogni circoscrizione è grande come una piccola città, e per avere una mobilità sostenibile bisogna connetterle col centro con uno schema a pettine».

Ma per ragionare sullo sviluppo delle infrastrutture e sul loro utilizzo, osserva il sindaco Orlando, «serve la costruzione di un linguaggio condiviso sulla mobilità». Il primo cittadino ricorda come ci si stia muovendo in quel senso, con le scelte strategiche inserite nel Prg per una poderosa rigenerazione urbana nel centro storico come nelle periferie, uno schema del quale fanno parte le pedonalizzazioni, le nuove linee tranviarie finanziate dal Patto per il Sud, l’Amat gestore di tutta mobilità cittadina, la realizzazione – al momento – di 39 chilometri su 100 previsti di nuove piste ciclabili, l’aumento di passeggeri dell’aeroporto, con l’unica eccezione dell’Autorità portuale, per la quale Orlando parla di «forte deficit. Quando entro lì traso e chianciu, perché non ci sono praticamente servizi. In questo panorama è un buco nero».

Durante l’incontro c’è anche spazio per parlare della questione centro storico – «a rischio dormitorio, se non si lavora su attrattività delle attività produttive, attraversamenti e collegamenti verso i nodi culturali», osserva l’architetto Giacomo Fanale -, sulle tecnologie già esistenti e sperimentate in alcune città europee per integrare in un unico sistema vari apparati smart, ed ovviamente per le grandi opere su ferro che coinvolgono presente e futuro della città.

Riguardo all’anello ferroviario, il dirigente Italferr Roberto Romano lancia l’allarme sui fondi per il secondo lotto funzionale Politeama-Notarbartolo, spiegando che «se non si manda la progettazione definitiva a Bruxelles si rischia di perdere le somme già stanziate dal Fesc 2014-22». Sottolinea la necessità di capire se la Regione acquisterà i mezzi idonei per garantire buoni livelli di servizio sia su anello che sul passante ferroviario, «dato che i Minuetto vanno bene per i pendolari, ma non per un uso metropolitano», ed esprime perplessità sul tram: «Va bene sulle grandi arterie, altrimenti no. Non serve a molto se noi lavoriamo per portare il ferro sottoterra e poi si ripropone sotto forma di binari tranviari».

E proprio sulle nuove linee del tram, per le quali Governo nazionale ha stanziato 600 milioni di euro (che bastano per tutta la progettazione e per l’esecuzione delle prime 3 tratte) risponde indirettamente alle critiche – anche quelle dei giorni scorsi – il capo area tecnica della Riqualificazione urbana del Comune, l’architetto Mario Li Castri, che ammette come il progetto delle prime 3 linee, quelle già operative, fosse negativo («sbagliato, con un impatto fallimentare sull’ambiente, e con barriere che quanto di peggio si poteva pensare, due mondi separati con l’officina scollegata»), ma che per quelle future «si è ripartiti da zero».

La progettazione si compone di due momenti: la prima fase è un concorso di idee per identificare i percorsi, che non sono ancora stati fissati, con quelli resi noti che sono solo uno studio di fattibilità; la seconda sarà invece il concorso di progettazione per lo studio di fattibilità tecnico-economiche (il vecchio progetto preliminare). La prossima settimana la giunta comunale approverà il percorso da intraprendere, poi entro fine aprile il dirigente emanerà il bando che darà 90 giorni di tempo ad architetti, paesaggisti, e altre professionalità per inviare le proprie proposte che saranno valutate da una giuria di spessore internazionale, i cui componenti saranno noti prima della scadenza dei termini di presentazione degli elaborati».

Il dirigente replica poi ai dubbi su barriere e disagi per gli scavi: «Non ci saranno catenarie e ringhiere. Ciò non vuol dire che il tram non avrà sede propria, visto che sarà il concorso d’idee a dire come fare. Potrebbe essere una sede rialzata, ma basterebbe paradossalmente anche il cordolo attualmente presente. Inoltre ricordo che grazie ai lavori stradali per il tram bruttissimo abbiamo rifatto una parte di rete fognaria risolvendo il problema allagamenti in via Leonardo da Vinci. Però facciamo tesoro degli errori – conclude -, e con gli scavi per l’elettrificazione che alimenterà da terra i binari potremo inserire sensori e cavi per telecamere, quindi sistemi da città moderna».  


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