Senzatetto, polemica Sunia-Catania su anagrafe «Iscrizione negata». «Non conoscono le leggi»

Botta e risposta tra il Sunia, il sindacato degli inquilini, e l’assessore ai Servizi anagrafici Giusto Catania. Il Sunia ha denunciato in un nota la difficoltà per l’iscrizione anagrafica al Comune di Palermo di cittadini senza fissa dimora o non titolari di contratto d’affitto. «Dovrebbe esistere un indirizzo fittizio, di cui si è dotato il Comune dal 2010, che corrisponde alla via Ciro Lupo, per assegnare la residenza ai senza tetto. Ma di fatto il Comune non li iscrive a questo indirizzo. E le persone che richiedono l’iscrizione vengono mandate presso alcune associazioni d’appoggio ma non trovano le sedi negli indirizzi disponibili», scrive nella nota il segretario del Sunia Palermo Zaher Darwish.

Darwish ha preso carta e penna e scritto una una lettera per segnalare il disservizio all’assessore Catania. «Ai nostri sportelli del sindacato inquilini e assegnatari continuano a presentarsi persone e nuclei familiari ai quali viene negata la possibilità di iscrizione all’anagrafe comunale e in qualche occasione si sono visti cancellare dall’anagrafe cittadina – scrive Zaher Darwish – Ciò è causa di un grave disagio, che compromette diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione come ad esempio l’assistenza sanitaria, l’iscrizione dei minori presso le istituzioni scolastiche e, considerata anche l’attuale tornata elettorale, l’esercizio dei diritti politici. L’indicazione data, di affidarsi ad alcune associazioni dell’iscrizione anagrafica virtuale, sembra non rappresentare una soluzione adeguata. Chiediamo soluzioni praticabili per garantire anche ai cittadini meno abbienti di Palermo di usufruire dei diritti di cittadinanza». 

A stretto giro di posta arriva la secca replica di Catania: «Spiace constatare che a Palermo il Sunia, un’organizzazione che a livello nazionale si occupa seriamente del diritto all’abitare, collezioni quotidianamente magre figure e dimostri scarsa conoscenza delle leggi. La mancata iscrizione anagrafica non è certamente attribuibile ad una discrezionalità del Comune ma è frutto di una legge voluta dal governo Renzi che impedisce a chiunque occupi un immobile senza titolo di chiedere la residenza e l’allacciamento a pubblici servizi. Presumo che anche il Sunia palermitano sappia che gli ufficiali di anagrafe non possano e non debbano violare le leggi dello Stato. Il Comune di Palermo ha espresso formalmente, fin dal primo giorno di emissione del decreto, la sua posizione di netta contrarietà, addirittura paventando il rischio incostituzionalità e sostenendo pubblicamente che la filosofia del decreto avrebbe acuito il disagio sociale. Altra cosa è la residenza virtuale che, a seguito di un percorso che coinvolge i servizi sociali, è attribuita a cittadini che, per ragioni legali o sociali, non hanno la possibilità di avere una residenza fisica. Anche in questo caso il Sunia palermitano dimostra di non avere cognizione dei fatti, infatti ad oggi risultano iscritti alla residenza virtuale del Comune 114 cittadini, 11 dei quali sono iscritti nel 2017.


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