Parcheggio Basile, tanto degrado e preservativi usati Reset: «Pulizia non ci compete». Ma Catania smentisce

Il parcheggio Basile è diventato il sostituto del parcheggio di piazzale Francia. Non nel senso di luogo di interscambio dove lasciare l’auto e sfruttare i mezzi pubblici, ma come rifugio appartato per le coppiette. Già, perché l’area comunale – che dall’8 agosto 2016 è il capolinea dei bus che prima si attestavano in via Balsamo – non è entrata nel cuore dei fruitori, a parte i giovani desiderosi di scambiarsi effusioni.

Facendo un giro lungo i viali in una normale mattina lavorativa, l’impressione è di trovarsi in una zona desolata, con sparute auto in mezzo a tanto vuoto contornato da rifiuti ed erbacce. A ogni angolo ci sono cumuli di spazzatura, le aiuole sono fin troppo rigogliose e gli alberi avrebbero certo bisogno di una sfrondata. I cestini gettacarta sono pochi e stracolmi, e uno è stato pure abbattuto, al pari di alcuni pali della segnaletica verticale.

L’unica zona pulita è quello dove un food truck ha installato delle panche e un ombrellone, ed è anche l’unico punto di ristoro possibile, se si eccettuano dei distributori automatici all’interno del gabbiotto Amat. Di contro, nell’angolo più lontano (l’area destinata ai pullman dell’Ast) c’è quello che potremmo definire il cespuglio dell’amore: dei rampicanti che coprono la recinzione al confine con l’Università, ai quali sono appesi come discutibili decorazioni molti fazzoletti e preservativi usati. Un leit-motiv quello dei profilattici, che decorano insieme alle loro bustine e alle scatole molti punti del parcheggio.

Nonostante lo spazio sembri abbandonato da tempo, è bene ricordare che nel 2015 Reset e Rap effettuarono – su sollecito dell’amministrazione comunale – un intervento straordinario di pulizia, e appena lo scorso agosto ne è stato compiuto un altro da parte dell’ex municipalizzata che si occupa di igiene ambientale, che ha richiesto ben quattro giorni di lavoro. Interpellata sulla manutenzione del verde, la Reset risponde che «da contratto di servizio il sito non è di nostra pertinenza. Per operare servirebbe una richiesta apposita da parte del Comune». Sul fronte della rimozione dei rifiuti, invece, la Rap replica che «i cestini non sono di proprietà dell’azienda, e – tra l’altro – non riportano nemmeno il nostro logo, ciononostante saranno svuotati subito. Resta comunque la massima disponibilità ad intervenire, anche di concerto con Reset».

Il cuore del problema resta quindi la pulizia ordinaria, stretta tra questo rimpallo di competenze. L’assessore comunale all’Ambiente, Sergio Marino, rimanda all’Amat (che nel parcheggio ha il capolinea di alcune linee urbane), ma l’azienda dei trasporti – tramite il suo direttore generale Gianfranco Rossi – sottolinea che «da circa 5 anni l’area più grande non è più in gestione all’Amat, ed è tornata di competenza del Comune, al contrario della zona più piccola, quella dove sostano gli autobus urbani e dove c’è il casotto con i nostri impiegati, che continua ad essere nostra responsabilità».

L’ultima parola sembra metterla l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania: «Il parcheggio – conferma – è uno spazio comunale. Non c’è bisogno di interventi straordinari, dato che c’è una esplicita disposizione del sindaco che obbliga Rap e Reset ad intervenire in tutti gli spazi pubblici. Ora contatterò il presidente della Rap per inserire il parcheggio tra gli interventi ordinari». E sulla questione cestini chiosa: «se non li ha messi l’azienda che si occupa dell’igiene ambientale, chi lo ha fatto?». E dalla Rap arrivano subito le prime contromisure. L’ex municipalizzata fa sapere infatti che «è stato già programmato un primo intervento. Inoltre sarà previsto un monitoraggio periodico dell’area con contestuale utilizzo della spazzatrice meccanizzata».


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