Baccaglini: tattoo e finanza per cambiare il calcio «Ci guarderemo indietro e diremo: Che figata!»

In passato ha lavorato per radio (Rtl 102.5) e tv (Le iene su Italia 1 e Il Testimone su Mtv). La sua provenienza dal mondo dello spettacolo è qualcosa che non può passare inosservata per la capacità di comunicare che lo contraddistingue. Grande proprietà di linguaggio, inglese pressoché perfetto (sono tre le lingue parlate) e capacità di dribblare le domande più scomode che neanche Messi in campo contro gli avversari, Paul Baccaglini si è presentato quest’oggi alla stampa e ai suoi nuovi tifosi. Successore di Zamparini al timone del Palermo, l’ex Iena rappresenta indubbiamente un cambio generazionale non indifferente. «Zamparini è l’unico ad aver creduto in un giovane – spiega il neo patron –, e nel gruppo che rappresento: io sono uno dei soci di questo gruppo, ma il presidente è felice di questo perché, nonostante la giovane età, c’è l’energia che in certi ambienti manca. Questo a causa di una classe dirigente che non vuole cedere il passo. In questo mese uscirà il nuovo film di Veronesi, “Non è un paese per giovani”. Io credo di essere un esempio che smentisca tutto questo».

Tante le parole spese dal nuovo numero uno del club di viale del Fante, autodefinitosi un «logorroico» proprio a causa della sua provenienza dallo show-business. Da qualche anno, Baccaglini si occupa di finanza: è socio fondatore di un fondo chiamato Integritas-Capital. «Su internet non si trovano grandi informazioni – spiega –, anche perché non si possano sollecitare grandi investimenti come se fosse una pubblicità. La concretezza finanziaria del fondo potrà essere valutata non tanto da numeri che potranno essere trovati online, ma dai progetti con il Palermo Calcio e con il gruppo Zamparini». Mentalità vincente, questa la parola chiave di Baccaglini. A partire dai progetti che la nuova proprietà vuole realizzare, come il nuovo stadio e il centro sportivo: «Pensiamo ai concerti e agli artisti internazionali. Il mondo degli investimenti è mirato a massimizzare un’opportunità e questo non significa sperperare soldi a destra e a sinistra. Vogliamo gestire il Palermo come un’azienda e portare qui il modo americano di fare business. Qui si possono trovare molti dettagli che se ottimizzati possono rendere la società una struttura solida economicamente».

Il “Ti piace vincere facile” non è un modus operandi che fa per lui e Baccaglini lo ribadisce partendo proprio da questa citazione: «Una sfida semplice non è una sfida che dà soddisfazioni. Vincere facile è solo una pubblicità che è stata usata in Italia. Il progetto del Palermo Calcio non è una cosa che si realizza dal giorno alla notte, ecco perché ho 33 anni e sono qui per restarci, per dare continuità a quello che sto dicendo oggi che è il primo giorno di questa esperienza». In un mondo del calcio spesso rappresentato ai vertici da una classe dirigente più in là con gli anni, Baccaglini potrebbe rappresentare una ventata di novità: «Sì, mi piacerebbe! Partiamo dal Palermo, se i risultati sono dalla nostra, sicuramente il resto verrà di conseguenza. Tutto sarà declinato con una realtà societaria adatta per gestire al meglio quel progetto. La società che rileverà il Palermo è già stata delineata, solo che ci sono dei tempi tecnici e burocratici. Nella vita non si inventa nulla, ma si tratta di applicare modelli vincenti. Il calcio italiano è la quarta realtà europea, il mondo social è una finestra che nel calcio di oggi non è ancora stato sfruttato». In tal senso, il non avere mai avuto a che fare con il mondo del calcio, potrebbe essere un punto a suo favore: «Io ho vissuto in diverse parti del mondo, parlo tre lingue e conosco diverse culture. Chissà se questa freschezza mi porterà a vedere il calcio in un modo diverso. Qui si tratta di prendere perle che se lucidate e messe in una cornice importante possono essere un tesoro incredibile. Gli investitori si accorgeranno che in Italia c’è questa realtà».

Proveniente da una cultura diversa, Baccaglini si mostra desideroso di avere a che fare con la gente di Palermo: «Io vengo dalla cultura americana: nello sport professionistico americano quando la squadra va male la città si disinteressa, non protesta con energia come succede qui. Se noi incanaliamo quest’energia anche in questi progetti, questa è la città migliore per fare tutto». Impossibile non parlare del suo passato e delle fotografie che lo ritraggono a petto nudo e pieno di tatuaggi e che tanto scetticismo hanno suscitato nei tifosi. Il presidente non si scompone: «Il mio passato io lo porto orgoglioso come uno dei miei tatuaggi. Quelle sono foto che mi ritraggono all’età di vent’anni e non mi vergognerò mai di quello che ho fatto. La differenza è che i miei vent’anni sono stati documentati, così come lo saranno quelli delle generazioni future. Non ho nessuna fatica a comprendere la reazione dei tifosi, anche perché viviamo in un mondo fatto di etichette. Il bello di essere giovani è di volere rompere gli schemi. È da quasi dieci anni che lavoro nel mondo della finanza, eppure sono riuscito a costruirmi una credibilità con i risultati che ho prodotto. Chiedo solo di avere un’opportunità».

Su di lui in tal senso si sono sprecate tante battute, ad esempio quella che sarà il presidente di serie A più tatuato. C’è stato un il simpatico siparietto con i suoi ex colleghi delle Iene che lo hanno svegliato in piena notte costringendolo a un atto di fede verso il Palermo: «Sarò sempre una Iena – spiega Baccaglini –, si dice una volta Iena per sempre Iena. La notte scorsa, all’una in camera mia ho sentito bussare, mi sono trovato in pigiama e non era uno spettacolo. Mi hanno detto: saresti disposto a tatuarti lo stemma del Palermo? Palermo è già tatuata sul mio cuore, loro avevano preso uno dei migliori tatuatori palermitani e l’ho fatto per davvero». Il day one di Baccaglini alla guida della società si è poi concluso al Tenente Onorato di Boccadifalco, dove è arrivato con Zamparini dopo un pranzo a base di pesce. L’ex patron lo ha presentato alla squadra e poi ha abbandonato il campo d’allenamento dopo appena un quarto d’ora. L’italo-americano è invece rimasto poco più di mezz’ora ad assistere alla seduta della squadra in vista della sfida contro la Roma. D’altronde, lui stesso ha assicurato che sarà un presidente più che presente nei confronti della squadra.


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