Collezione di abiti da sposa ispirata a Franca Florio «Una donna carismatica, d’avanguardia e moderna»

«Mi sono ispirata a Franca Florio per la mia collezione perché credo rappresenti l’avanguardia e la modernità». Lei è Morena Fanny Raimondo, 34 anni di Palermo, fa la stilista. Nel 2016 ha realizzato alcuni abiti da sposa dedicati alla moglie di Ignazio Florio, recentemente tornata d’attualità per la vendita all’asta del quadro che la ritrae, realizzato nel 1901 dal pittore Giovanni Boldini. «Ho studiato la vita di questa donna e sono rimasta affascinata dal suo temperamento forte che credo possa essere esempio per le donne contemporanee». Morena ha fatto riprodurre su tessuto la carta da parati del Villino Florio, appena ristrutturato: nel pizzo si possono riconoscere i motivi floreali del Teatro Massimo, le ninfee di Villa Igiea e richiami allo stile liberty di Ernesto Basile. Insomma, una commistione tra arte, moda e cultura.

Una passione che Morena coltiva da anni, quando ha scelto di formarsi nei migliori istituti nazionali: «Ho studiato a Firenze, al Polimoda, una delle più importanti scuole con legami internazionali – racconta – Mi sono diplomata nel 2005». Successivamente ha iniziato la pratica da designer, lavorando come assistente costumi a Roma, nel cinema, dove è rimasta quattro anni, prendendo parte alle produzioni dei film Caravaggio e Viola di mare. «Il cinema mi ha insegnato che dietro a ogni singolo dettaglio ci può essere il racconto di un personaggio. Dal vestito si capisce molto di una persona. Nei film un personaggio magari non parla, ma l’abito che indossa può suggerire un’idea del suo carattere. È trasporto nel lavoro che faccio. Gli abiti su misura li realizzo perché racconti la persona che lo indossa. La sposa sceglie di mettere in mostra le qualità che ha e di nascondere quello che non vuole mostrare».

Dopo l’esperienza romana Morena si è trasferita a Perugia, dove ha trovato lavoro come modellista in un’azienda tra le più importanti, lo studio Roscini, che si occupa del service per importanti case di moda nazionali e internazionali, da Fendi a Céline. «Lavorare in quell’ambiente – ripercorre la stilista – ti educa all’etica del lavoro. Ci sono tanti precisi, bisogna saper stare al proprio posto e al contempo essere utili al progetto. Ho avuto modo di venire in contatto con la grande qualità della produzione industriale italiana. Si pensa sempre che l’industria sia qualcosa lontana dalla qualità, ma non è così. C’è un semi-industriale di altissimo livello, che crea economia». 

A un certo punto, però, la voglia di farcela da sola ha prevalso sul resto: «Dopo un paio d’anni ho dato le dimissioni. La scelta è stata dettata dalla tentazione di provarci. Non volevo ritrovarmi a 50 anni con il rimpianto di non averlo fatto». Morena ha scelto di cercare la sua strada a Palermo, la sua città: «Ho voluto farlo qui, a casa mia. Da settembre 2015 ho la mia attività in Sicilia. Ho lavorato con grande slancio, sapevo di stare facendo un investimento ad alto rischio, anche emotivo. Ma è stata una scelta convinta. Quando stavo a Perugia, ogni volta che si presentava l’occasione per qualcosa di stabile, subentravano sempre delle remore nel momento in cui mi chiedevo se avessi voluto spendere la mia vita in quella città. Qui non so se riuscirò a restare, ma ho la certezza di volerci provare» .


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