Biglietto sospeso per «aprire il teatro agli invisibili» «Ci aspettiamo di raccoglierne circa 600 al mese»

Aprire il teatro agli invisibili della città, come stranieri, senzatetto, disabili mentali, detenuti, e bambini indigenti. È il tentativo, lanciato a Palermo da Federteatri, amministrazione comunale e un gruppo di associazioni no profit che insieme collaboreranno grazie al biglietto sospeso. L’iniziativa, mutuata dall’usanza napoletana di lasciare un caffè sospeso al bar per chi non può pagarlo, è stata presentata oggi a Palazzo delle Aquile a Palermo, dal sindaco, Leoluca Orlando, dal consigliere comunale Giulio Cusumano e da Francesco Giacalone, presidente Federteatri. 

Gli spettatori di un circuito di teatri potranno pagare un biglietto per permettere a chi non ha la possibilità di accedere gratuitamente a uno spettacolo teatrale. Al momento sono dodici i teatri associati a Federteatri che hanno aderito, tra Agricantus, Al Massimo, Cantunera, Carlo Magno, Crystal, Colosseum, Ditirammu, Jolly, Lelio, Lux, Savio, Santa Cecilia ai quali si aggiungerà il teatro Orione. «Sarebbe auspicabile che un’istituzione come il teatro Massimo aderisse a questa iniziativa», ha detto il sindaco, intervenendo alla conferenza di presentazione. 

«Abbiamo fatto un primo tentativo durante uno spettacolo domenica scorsa al teatro Savio – spiega Giacalone – e nel corso della serata sono stati pagati undici biglietti che oggi consegnamo al sindaco. Ci aspettiamo di raccogliere circa 600 biglietti al mese. Poi la segreteria di Federteatri raccoglierà i biglietti sospesi al botteghino per regalarli alle associazioni – otto al momento – che hanno aderito, in modo da distribuirli a chi non può». 

Attualmente le associazioni partecipanti sono Tuttinsieme, Meravigliosamente, Associazione solidanime, Un nuovo giorno, Cammino d’amore, Aiutando…ci!, Anirbas, Associazione famiglie affidatarie di Palermo (Afap). Una rete articolata di volontari e famiglie che ogni giorno sostiene minori, detenuti, stranieri, disabili. Come spiega Tommaso Marcello Saputo, dell’associazione Meravigliosamente, che si occupa di 40 persone con disagio psichico: «Il teatro può assicurare un futuro ma anche una qualità di vita migliore perché può offrire ristoro e serenità ai nostri ragazzi». Dello stesso avviso Antonella Macaluso, dell’associazione Un nuovo giorno che lavora al carcere Pagliarelli di Palermo: «Attraverso il teatro stiamo provando a trasmettere un comportamento per invitare alla riflessione. Seguiamo detenuti ed ex detenuti, ma anche i loro familiari, e cerchiamo di far capire loro che i problemi si possono risolvere senza violenza. Il teatro è ossigeno per loro».


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