Almaviva, più vicini i trasferimenti a Rende  Sindacati: «Congelarli e subito vertice Mise»

È scattato il conto alla rovescia per i 59 dipendenti palermitani di Almaviva che non sono stati assorbiti da Exprivia, la società che si è fatta carico della commessa Enel, e ora destinati alla sede di Rende in provincia di Cosenza. Mancano pochi giorni a martedì prossimo, giorno in cui è prevista la fine dello sciopero indetto prima di Natale. I trasferimenti, infatti, sono diventati esecutivi per una prima tranche di lavoratori a partire dal 20 dicembrei primi 19 avrebbero dovuto raggiungere l’altra sponda dello Stretto già a fine anno. Ma grazie a un escamotage – lo sciopero indetto dai sindacati dal 19 dicembre fino al 10 gennaio – si è impedito temporaneamente il loro trasferimento garantendo, allo stesso tempo, anche la seconda parte dei lavoratori, una quarantina che, in base agli accordi con l’azienda, avrebbero dovuto prendere servizio dal 9 gennaio

Adesso, però, siamo agli sgoccioli e martedì, al termine dei 23 giorni di sciopero, la mancata presentazione si tradurrebbe immediatamente in un licenziamento. «È un momento di massima tensione – spiega Rosy Contorno della Uilcom al termine dell’incontro durato oltre tre ore con i lavoratori destinati alla sede in Calabria – i colleghi non hanno intenzione di subire passivamente e pensano a qualche forma di protesta a partire dalla prossima settimana. Nel frattempo, abbiamo attivato i nostri colleghi delle segreterie calabresi per prolungare lo sciopero se non si dovesse ottenere il blocco dei trasferimenti entro il 9 gennaio. Noi, infatti,  chiediamo il congelamento del provvedimento e il tavolo ministeriale per ottenere il rispetto dell’accordo già sottoscritto: Exprivia doveva acquisire 297 lavoratori, invece ne ha selezionato solo 236 creando di fatto questa situazione che piangono i lavoratori. Siamo pronti a sospendere qualunque iniziativa – aggiunge -, ma l’azienda ci deve ascoltare».

Intanto, proprio stamane il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano hanno incontrato Gaetano Evangelisti e Stefano Terrana, responsabili per Enel degli affari territoriali, per discutere degli esiti del passaggio della commessa Enel da Almaviva ad Exprivia. «La clausola sociale, decisiva misura prevista per salvaguardare livelli occupazionali e diritti – hanno dichiarato Orlando e Marano – ha inaspettatamente prodotto iniquità e disagi insostenibili Nel corso dell’incontro, abbiamo preso atto della posizione dell’Enel, che si è attenuta ai contenuti dell’accordo di Novembre al tavolo del Mise. Pertanto, viene ritenuta necessaria la convocazione dello stesso Mise e, nelle more, la convocazione di un tempestivo incontro tra Exprivia e parti sociali per completare il processo di attuazione dei contenuti dell’accordo, al fine di scongiurare il trasferimento dei sessanta lavoratori a rischio. Ad Almaviva, in considerazione del percorso auspicato tra Exprivia e parti sociali, si chiede di congelare almeno sino a giorno dodici – data del prossimo incontro su Palermo – l’effetto dei trasferimenti a Rende».

Ieri, invece, nella sede palermitana di Almaviva, si è svolto un incontro alla presenza del neo direttore generale Mirko Giannetti che ha presentato il nuovo assetto organizzativo che prevede una figura unica per ogni sede al fine di ottimizzare le risorse ed un nuovo modello della relazione con i committenti. Durante la riunione, Giannetti ha illustrato i risultati di un’analisi sui margini del centro denunciando perdite medie mensili pari a 600/700 mila euro, e puntando il dito contro le alte percentuali di assenteismo per istituti quali malattia e istituti di legge (vedi 104 o astensione). Tra le altre cose, l’azienda si è lamentata dell‘utilizzo strumentale dello sciopero in particolari giornate festive o in determinate fasce orarie, gestione che ha creato problemi con i committenti, mandando in sofferenza alcuni servizi.

«Abbiamo evidenziato come parte sindacale – scrivono in un comunicato le Rsu Uilcom Almaviva – che questo sarebbe potuto benissimo essere evitato se l’azienda non si fosse ostinata sui trasferimenti dei colleghi di Enel, sospendendo gli stessi in vista di una risoluzione in un momento particolare come questo. Abbiamo fatto presente che c’è un clima aziendale pesante, di sfiducia e disaffezione che certamente influiscono negativamente e che è necessaria una inversione di tendenza volta alla reale dimostrazione che si sta puntando ad una ricrescita del sito, attraverso una ripresa di un percorso di relazioni industriali sano e costruttivo».


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